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CBD in gravidanza: è sicuro?

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La fase della gravidanza è sempre un periodo delicato per le donne, soprattutto nei primi mesi. Durante questa fase, è necessario prestare molta attenzione e talvolta fare alcune rinunce importanti per il bene del feto. Mentre è ben noto che sia sconsigliato il fumo e anche l’assunzione di alcol in gravidanza, molte donne si chiedono se sia sicuro assumere il CBD. Questo interrogativo è particolarmente rilevante perché molte donne, soprattutto nei primi mesi di gravidanza, affrontano problemi come nausea, insonnia e stress, e il cannabidiolo è noto per poter alleviare questi disturbi. Ma è davvero sicuro assumere il CBD durante la gravidanza?

In questo articolo, cerchiamo di riportare le evidenze scientifiche disponibili fino ad oggi riguardo alla correlazione tra il CBD e la gravidanza. Continuate a leggere per scoprire di più!

Quali problematiche possono insorgere in gravidanza?

La gravidanza è un periodo straordinario nella vita di molte donne, caratterizzato da intense emozioni e sensazioni. Tuttavia, non tutte le future mamme sperimentano questa fase con la stessa positività. Ci sono situazioni fisiologiche legate alla gestazione che possono causare notevole disagio. Durante i nove mesi di gravidanza, le donne possono affrontare una serie di sintomi e sfide, tra cui:

Ansia

La gravidanza può scatenare una varietà di emozioni intense. Le future mamme possono sentirsi felici e ottimiste in un momento e ansiose nell’altro. È normale sperimentare una certa preoccupazione durante la gravidanza, ma per alcune donne, l’ansia può diventare così intensa da interferire con la vita quotidiana. I sintomi di ansia possono includere:

  • irritabilità
  • eccessiva agitazione
  • preoccupazione per la salute del bambino
  • tensione muscolare
  • difficoltà di concentrazione

L’ansia durante la gravidanza può essere scatenata da vari fattori, tra cui:

  • elevati livelli di stress sul lavoro o in altre situazioni
  • cambiamenti ormonali nel corpo
  • eventi traumatici precedenti
  • predisposizione all’ansia

Nausea

Quasi tutte le donne in gravidanza sperimentano nausea più o meno intensa. Questo fastidioso sintomo solitamente si manifesta soprattutto al mattino ma può verificarsi in qualsiasi momento della giornata. La nausea di solito inizia intorno alla sesta settimana di gravidanza e tende a diminuire tra la sedicesima e la ventesima settimana.

Questo malessere può influenzare significativamente la qualità della vita, rendendo persino le attività quotidiane più semplici difficili da affrontare. La nausea è il risultato dei cambiamenti ormonali che si verificano durante la gravidanza. L’organismo inizia a produrre gonadotropina corionica umana (hCG) subito dopo che l’ovulo fecondato si impianta nell’utero. Inoltre, i livelli di estrogeni aumentano durante questo periodo. Questi alti livelli ormonali sono associati ai sintomi di nausea e malessere mattutino.

Insonnia

Il sonno è fondamentale per il benessere e il recupero, ma durante la gravidanza, molte donne affrontano problemi di insonnia. Questo problema è particolarmente comune nel primo e nel terzo trimestre di gravidanza. Le donne incinte spesso si svegliano di notte a causa di vari fattori, tra cui:

  • bruciore di stomaco
  • crampi muscolari
  • necessità di urinare frequentemente
  • mal di schiena
  • movimenti del feto

Per favorire il sonno durante la gravidanza, molte donne cercano approcci naturali come evitare la caffeina, fare esercizio regolare, fare brevi sonnellini durante il giorno e utilizzare tecniche di rilassamento.

CBD in gravidanza: posizioni delle autorità sanitarie

Attualmente, le ricerche in corso mostrano promettenti benefici del CBD per i sintomi della gravidanza menzionati, ad eccezione della gestazione. Gli studi hanno dimostrato l’efficacia del CBD nel trattamento di ansia, disturbi del sonno e nausea.

Tuttavia, la mancanza di studi sulla relazione tra CBD e gravidanza ha portato la Food and Drug Administration (FDA) degli Stati Uniti a sconsigliare vivamente l’uso del CBD durante la gravidanza e l’allattamento. La FDA ha emesso questa raccomandazione a causa della mancanza di ricerche approfondite sugli effetti del CBD sui feti in via di sviluppo e sulle donne in gravidanza. Inoltre, si è basata su studi condotti su animali che indicano che dosi elevate di CBD possono causare problemi nei sistemi riproduttivi dei feti maschi in sviluppo.

Sfortunatamente, non tutti i prodotti a base di CBD sono sottoposti a test e regolamentazione in laboratorio. Alcuni oli ed estratti di CBD possono contenere livelli eccessivi di THC, pesticidi o metalli pesanti. Naturalmente, tali prodotti non sono sicuri per nessuno, soprattutto per le donne in gravidanza.

Difficoltà nella ricerca sul CBD in gravidanza

I ricercatori stanno cercando di comprendere come il CBD influisca sulle donne in gravidanza e identificare eventuali fattori di rischio per sviluppare trattamenti efficaci. Tuttavia, ci sono numerosi ostacoli per gli scienziati interessati a questo argomento.

Prima di tutto, ci sono importanti considerazioni etiche. La maggior parte degli studi clinici comporta un rischio minimo per i partecipanti. Durante la gravidanza, i rischi per la madre e il feto possono essere significativi, poiché molte sostanze possono attraversare la placenta e potenzialmente influenzare negativamente il bambino.

Inoltre, ci sono complessità fisiologiche. Gli studi clinici di alta qualità richiedono il controllo di numerose variabili per ottenere risultati accurati e affidabili. Trovare un campione di donne incinte che acconsentano a partecipare, con condizioni di salute simili e in una fase specifica della gravidanza, è una sfida complessa.

CBD in gravidanza: considerazioni finali

Purtroppo, attualmente non ci sono dati sufficienti per fornire risposte definitive sugli effetti del CBD durante la gravidanza. Anche se l’assunzione di CBD non comporta la combustione come nel caso del fumo, ma viene ingerito, è necessario attendere ulteriori ricerche per confermare la sicurezza sia per la madre sia per il bambino. Le persone interessate all’uso del cannabidiolo durante la gravidanza dovrebbero consultare il proprio medico di fiducia, che sarà in grado di fornire consigli efficaci per preservare la salute di entrambi.

È importante sottolineare che l’articolo ha solo uno scopo informativo e non dovrebbe essere considerato un consiglio terapeutico. Inoltre, i prodotti a base di CBD non devono essere intesi come medicinali o sostituti di essi.

Per avere ulteriori conferme sulle proprietà del CBD e sui suoi utilizzi, è necessario attendere nuove ricerche scientifiche.

 

 

FAQ

Gli studi hanno evidenziato alcuni effetti avversi del cannabidiolo. Per questo, alcune persone dovrebbero evitare o usare con cautela il CBD:

  1. Interazioni farmacologiche: consultare un medico se si assumono farmaci prescritti;
  2. Gravidanza e allattamento: consigliato evitarlo per mancanza di ricerche sulla sicurezza;
  3. Condizioni di salute specifiche: consultare un medico in caso di malattie epatiche o disturbi mentali gravi;
  4. Uso nei bambini: solo sotto stretta supervisione medica;
  5. Allergie o sensibilità: evitare se si hanno allergie o sensibilità ai componenti del CBD o prodotti correlati.

Ecco gli effetti del CBD sul cervello, secondo gli studi:

  1. Interazione con il sistema endocannabinoide (SEC): il CBD influisce sul sistema endocannabinoide del corpo, che regola vari processi nel cervello;
  2. Riduzione dell’ansia e dello stress: può ridurre l’ansia e lo stress attraverso l’interazione con i recettori cerebrali coinvolti in queste risposte;
  3. Riduzione dell’infiammazione cerebrale: il CBD ha proprietà anti-infiammatorie e può ridurre l’infiammazione nel cervello, con possibili benefici per condizioni neurologiche;
  4. Controllo delle crisi epilettiche: può aiutare a controllare le crisi epilettiche agendo sui segnali elettrici nel cervello;
  5. Miglioramento del sonno: può avere un effetto rilassante, contribuendo a migliorare la qualità del sonno;
  6. Potenziale effetto antipsicotico: il CBD è stato studiato per un possibile effetto antipsicotico in alcune condizioni psichiatriche;
  7. Modulazione del dolore: può influenzare la percezione del dolore agendo su specifici recettori nel cervello;
  8. Effetto neuroprotettivo: alcune ricerche suggeriscono che il CBD possa proteggere le cellule cerebrali da danni.

Il tempo in cui il CBD rimane nel sangue può variare da persona a persona e dipende da diversi fattori. In generale, il CBD ha una durata relativamente breve nel sangue rispetto ad altre sostanze. Ecco una stima approssimativa dei tempi di eliminazione del CBD dal sangue, secondo gli studi:

  1. Il CBD assunto per via orale di solito raggiunge il picco nel sangue in 1-2 ore e può rimanere nel sistema per circa 6-8 ore;
  2. L’inalazione del CBD agisce più rapidamente ma ha una durata più breve, con effetti che durano circa 2-3 ore;
  3. L’uso frequente del CBD può portare a una possibile accumulazione nel sistema, ma di solito viene eliminato completamente dal sangue entro pochi giorni;
  4. Nei test di droga standard, il CBD di solito non è cercato, ma piuttosto il THC. Il CBD non dovrebbe causare risultati positivi nei test di droga per il THC, a meno che il prodotto di CBD contenga tracce di THC al di sopra del limite consentito.

Ricorda che questi tempi sono stime approssimative e possono variare da individuo a individuo.

Gli effetti collaterali più rilevanti del cannabidiolo (CBD), secondo le ricerche, includono:

  1. Fatica o sonnolenza: comune, soprattutto a dosi elevate;
  2. Cambiamenti dell’appetito: possibile aumento o diminuzione dell’appetito;
  3. Diarrea: alcuni utenti possono sperimentare disturbi gastrointestinali;
  4. Variazioni di peso: potenziale perdita o aumento di peso;
  5. Irritabilità e cambiamenti d’umore: raro, ma possibile irritabilità o altri cambiamenti d’umore.
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