antinfiammatorio naturale

Un antinfiammatorio naturale per un trattamento efficace

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Negli ultimi anni la ricerca di prodotti naturali per il trattamento di disturbi, patologie, infiammazioni, è aumentata tantissimo. Le persone si informano sempre di più, grazie soprattutto all’utilizzo di internet, e sono, quindi, più consapevoli di tutti gli effetti collaterali che i farmaci possono provocare. Questa ricerca non riguarda solo rimedi medicinali alternativi, ma anche tutti quei prodotti che utilizziamo quotidianamente per la cura del nostro corpo, come ad esempio creme, saponi, detergenti. E’ strano pensare che fino a poco tempo fa tutti questi prodotti chimici non esistevano proprio, eppure l’uomo ha sempre cercato di prendersi cura del proprio corpo e del proprio benessere. Come? Utilizzando gli organismi più antichi della terra: le piante. Oggi stiamo “riscoprendo” un tesoro nascosto per moltissimi anni, a causa di proibizionismo e interessi economici. I benefici delle erbe e della piante sono davvero innumerevoli e sono molto più efficaci di quanto si possa pensare.

In questo articolo ci soffermeremo sull’antinfiammatorio naturale più apprezzato in questo momento, il CBD, e su altre due piante conosciute e utilizzate per questo scopo.

 

 

Cos’è l’infiammazione?

Quando parliamo di infiammazione ci riferiamo ad un meccanismo di difesa attivato dal nostro organismo nel momento in cui si verifica un qualsiasi danno ai tessuti. Quando siamo esposti ad agenti patogeni (virus, batteri, funghi), agenti chimici (sostanze tossiche o veleni), agenti fisici (radiazioni solari), viene innescato un processo infiammatorio.

Pertanto, si tratta di un meccanismo di difesa dagli agenti patogeni, di riparazione del danno tessutale e di ripristino dell’omeostasi. Se non trattata adeguatamente, l’infiammazione può provocare ulteriori danni, causando problemi più gravi.

Fasi dell’infiammazione

Il processo infiammatorio comprende una serie di fasi, che si verificano seguendo un ordine preciso:

  1. Vasocostrizione: stimolata dall’adrenalina e dalla noradrenalina (mediatori chimici dell’infiammazione), dura pochi secondi e interessa le arteriole della zona colpita;
  2. Vasodilatazione: permette al tessuto di avere più sangue ed è causata dall’istamina rilasciata dalle mastcellule;
  3. Essudazione: si forma l’essudato, un liquido a pH acido che si concentra negli spazi interstiziali dei tessuti formando un edema infiammatorio;
  4. Diapedesi: i globuli bianchi escono dai vasi e vanno verso il tessuto, seguendo il gradiente chimico di concentrazione (chemiotassi) che avvertono attraverso i recettori;
  5. Iperemia passiva: è indotta dal rallentamento della velocità del sangue nel microcircolo. Il sangue, scorrendo meno velocemente, tende a coagulare (stasi venosa, vene bluastre);
  6. Guarigione: l’essudato viene riassorbito e si possiamo creare due situazioni, rigenerazione (sostituzione di cellule e tessuto con nuove cellule e tessuti) o riparazione (sostituzione di tessuto leso con tessuto di granulazione che diventa successivamente tessuto cicatriziale).

Questa sequenza di fasi avviene nel caso di un’infiammazione acuta, che guarisce nel giro di pochi giorni. Tuttavia, a volte l’infiammazione acuta non riesce a completare tutte le sue fasi. In questo caso ci troviamo di fronte ad un’infiammazione cronica, dove il tessuto danneggiato non riesce ad essere riparato.

Sintomi dell’infiammazione

I principali sintomi dell’infiammazione sono:

  • rossore, causato dalla dilatazione dei vasi sanguigni;
  • calore, causato dall’aumento del flusso sanguigno;
  • gonfiore o edema, dovuto alla formazione dell’essudato;
  • dolore, provocato dal gonfiore dei tessuti, dalla vasodilatazione e dal rilascio delle sostanze chimiche coinvolte;
  • compromissione della funzionalità della zona interessata, causata dal dolore o dal gonfiore.

Nel momento in cui la risposta infiammatoria risulta particolarmente intensa, le sostanze chimiche rilasciate raggiungono il circolo sanguigno e si diffondono in tutto l’organismo. Questo può provocare sintomi non più localizzati, ma diffusi in tutto organismo, quali:

  • aumento di globuli bianchi nel sangue
  • febbre
  • sintesi di particolari proteine da parte del fegato

Cause dell’infiammazione

Come vi abbiamo accennato nei paragrafi precedenti, l’infiammazione è una risposta di difesa dell’organismo. Essa può essere causata da:

  • microrganismi patogeni (virus, batteri, funghi o parassiti) che provocano malattie infettive come laringiti, faringiti, bronchiti;
  • traumi fisici come ustioni, congelamento, punture d’insetto;
  • sostanze chimiche o tossiche presenti nell’ambiente o prodotte in eccesso durante i processi metabolici dell’organismo;
  • agenti fisici, come l’esposizione a radiazioni;
  • risposta immunitaria difettosa (come nel caso delle malattie autoimmuni) o eccessiva (come nel caso di allergie).

CBD come antinfiammatorio naturale

Gli antinfiammatori naturali sono erbe e piante officinali in grado di ridurre un’infiammazione, grazie al loro intervento sui meccanismi e sulle cause dell’infiammazione dei tessuti. A differenza dei FANS (i farmaci antinfiammatori di sintesi) quelli di origine vegetale non hanno controindicazioni, non sono gastrolesivi e possono essere assunti per lunghi periodi di tempo.

Oltre alla mancanza di effetti collaterali dell’antinfiammatorio naturale, è opportuno sottolineare che l’azione del fitocomplesso della pianta è diversa da quella del singolo principio attivo. Infatti, mentre l’antinfiammatorio di sintesi ha un effetto immediato, ma la sua azione dura solo qualche ora, le piante sono più lente nel rilasciare il loro beneficio, ma i loro effetti sono molto più duraturi.

Cosa dice la scienza

Alcuni studi scientifici hanno rivelato le potenzialità del CBD e i minimi effetti collaterali che il cannabidiolo potrebbe provocare.

Nel 2017 la stessa OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), ha pubblicato uno studio sul CBD. L’analisi effettuata ha dimostrato le grandi potenzialità del cannabidiolo, indicandolo come non pericoloso, tanto da escluderlo dalla lista delle sostanze stupefacenti. Dopo questa presa di posizione moltissimi studiosi hanno iniziato ad indagare in maniera più approfondita sulla cannabis e soprattutto sul CBD.

Nel 2019, una ricerca dell’Università di Guelph, in Canada, ha affermato le enormi proprietà antinfiammatorie della cannabis. Secondo gli esperti, l’efficacia antinfiammatoria della pianta deriva dalla presenza di due molecole: la cannaflavina A e la cannaflavina B. Lo studio è partito da alcuni dati scoperti precedentemente. Già nel 1985, infatti, erano state portate alla luce le potenzialità antinfiammatorie della cannabis, sperimentando l’azione della canapa sativa sui ceppi pro infiammatori. I risultati dei test hanno confermato che le due molecole presenti nella pianta combattono le infiammazioni, trattando il dolore nel suo punto di origine. La potenza della cannabis come antinfiammatorio è risultata addirittura trenta volte maggiore rispetto a quella dell’aspirina. Inoltre, è importante evidenziare che la cannafavina A e B, non ha effetti psicoattivi e non crea dipendenza.

Sempre nel 2019, i ricercatori dell’Università dell’Insubria di Varese, in Italia, hanno studiato le possibili applicazioni della cannabis terapeutica e in particolare del CBD nel trattamento di alcuni disturbi. I risultati ottenuti hanno confermato l’efficacia dei cannabinoidi come antinfiammatori naturali.

Altri antinfiammatori naturali: arnica e artiglio del diavolo

Naturalmente ci sono centinaia di piante che ancora oggi vengono utilizzate per lenire disturbi e infiammazioni. Tra queste non possiamo non nominare l’arnica e l’artiglio del diavolo. Ma vediamo quali sono le caratteristiche di queste piante che le rendono così efficaci.

Arnica

L’Arnica, pianta perenne che appartiene al genere delle Compositae, è originaria delle zone montuose dell’Europa centrale. È usata principalmente come antidolorifico e antinfiammatorio ad uso topico, in caso di traumi fisici di diversa natura, come ematomi, stiramenti muscolari e contusioni. Inoltre, viene spesso utilizzata come rimedio in caso di punture d’insetto o lievi infiammazioni cutanee.

Il principio attivo responsabile dell’effetto antinfiammatorio è stato identificato nell’Elenanina, un lattone sesquiterpenico capace di inibire il fattore di trascrizione NF-kb, un mediatore dell’infiammazione. Grazie all’azione dell’Elenanina, l’infiammazione viene immediatamente bloccata.

Un altro uso interessante dell’Arnica riguarda i casi di osteoartrite, un disturbo articolare che colpisce principalmente dopo i 65 anni. Questa condizione comporta degenerazione articolare, perdita di cartilagine e modificazioni ossee. Secondo alcune ricerche, l’Arnica sarebbe efficace in caso di osteoartrite lieve o moderata, esattamente come i noti farmaci di sintesi. Inoltre, risulta essere ben tollerata.

Per quanto riguarda il metodo di utilizzo, gli esperti hanno confermato la sicurezza delle preparazioni semisolide, come creme, lozioni, gel. Se ingerita, invece, la tintura madre di Arnica non diluita può provocare alcuni effetti collaterali, quali:

  • tachicardia
  • aumento della pressione sanguigna
  • enterite
  • collasso cardiocircolatorio
  • paralisi muscolare

A livello cutaneo gli eventuali effetti avversi sono normalmente di lieve entità e riguardano:

  • dermatiti
  • prurito
  • rash cutaneo

Artiglio del diavolo

L’Artiglio del diavolo (Harpagophytus procumbens) è una pianta perenne proveniente dal Sudafrica. Appartiene alla famiglia delle Pedaliaceae e viene utilizzata come analgesico e antinfiammatorio, in particolare per uso topico nei disturbi articolari come artrite, artrosi, tendiniti, sciatica e reumatismi.

Secondi gli studi scientifici condotti finora, l’artiglio del diavolo sarebbe efficace anche per il trattamento delle seguenti patologie:

Tuttavia, si tratta di studi preliminari, la maggior parte dei quali non sono ancora stati confermati a livello clinico.

Il principio attivo responsabile dell’effetto terapeutico si trova nell’arpagoside, un glicoside iridoide.

L’Artiglio del diavolo si trova sotto forma di gel e creme ad uso topico, ma anche come estratto acquoso o alcolico per uso orale.

Normalmente questo antinfiammatorio naturale è ben tollerato. Tuttavia, in caso di ipersensibilità o di sovradosaggio si possono manifestare alcuni effetti indesiderati:

Antinfiammatorio naturale: Olio CBD

Il cannabidiolo, grazie ai suoi effetti analgesici e lenitivi, può aiutare ad alleviare il dolore cronico causato da diverse malattie come l’artrite, l’artrosi e tutte le disfunzionalità muscolari e articolari. Diversi studi clinici hanno confermato la sua efficacia nel trattamento dell’infiammazione. Inoltre, al contrario dei farmaci analgesici di sintesi, il CBD non provoca effetti collaterali indesiderati.

Il nostro Olio CBD al 20% è ottenuto da semi di canapa spremuti a freddo. Contiene Cannabidiolo, Terpeni, Vitamina E, altre molecole di canapa naturalmente presenti nell’estratto.

Ogni bottiglia contiene 10 ml di Estratto di Canapa al 20% di CBD (2000 mg) e ogni goccia contiene circa 10mg di CBD.

Il nostro olio CBD è estratto da varietà di Canapa che hanno un alto tasso di cannabidiolo, con THC pressoché azzerato, coltivate in maniera organica in Italia, senza uso di pesticidi o erbicidi, per potervi garantire la massima qualità. Utilizziamo Olio di Canapa e non altri solventi per il miglior equilibrio Omega 3/Omega 6.

Inoltre, è prodotto e testato in laboratori specializzati e certificati che ne attestano la purezza e la sicurezza, sotto severi e stringenti normative imposte dalla certificazione GMP (Good Manufacturing Practices).

Si consiglia di conservarlo in luogo fresco e asciutto, e di agitarlo prima dell’uso.

Antinfiammatorio naturale: in conclusione

Sebbene le modalità con cui il CBD eserciti questi potenti effetti antinfiammatori siano ancora poco conosciuti, gli studi effettuati fino ad oggi sono certi della sua efficacia. E, cosa più importante, l’assenza (o quasi) degli effetti collaterali di questo antinfiammatorio naturale, lo rendono ancora più valido.

Se siete appassionati del mondo della cannabis e del CBD, vi aspettiamo nel nostro sito www.cbdtherapydelivery.it, dove potrete trovare le migliori genetiche di cannabis light, il nostro olio CBD e tanti altri prodotti!

 

Vi ricordiamo che l’articolo è a solo scopo informativo, non va considerato come un suggerimento terapeutico e i prodotti non vanno intesi come medicinali o sostituti di essi.

Per ulteriori conferme circa le proprietà del CBD ed i suoi utilizzi dobbiamo attendere nuovi studi scientifici.

 

FAQ

Gli antinfiammatori naturali più efficaci variano a seconda delle esigenze individuali, ma alcuni dei più riconosciuti includono:

  1. Curcuma: nota per la curcumina, un potente principio attivo antinfiammatorio.
  2. Zenzero: apprezzato per le sue robuste proprietà antinfiammatorie in diverse condizioni.
  3. Olio di Pesce/Omega-3: celebri per la loro capacità di ridurre l’infiammazione.
  4. Boswellia: usata da secoli per combattere l’infiammazione cronica.
  5. Tè Verde: ricco di antiossidanti, è noto per le sue proprietà antinfiammatorie.
  6. Cannabidiolo (CBD): studiato per le sue qualità antinfiammatorie e analgesiche.
  7. Aglio: conosciuto per le sue proprietà antimicrobiche e antinfiammatorie.

È importante consultare un professionista sanitario prima di iniziare qualsiasi trattamento naturale, specialmente in presenza di condizioni mediche preesistenti o assunzione di altri farmaci, poiché l’efficacia di questi rimedi può variare da persona a persona e possono esserci possibili interazioni.

Tra i migliori antinfiammatori naturali troviamo:

  1. Arnica: utilizzata spesso in forma di crema o gel, è nota per ridurre l’infiammazione e il dolore, specialmente in contusioni e distorsioni.
  2. Corteccia di Salice Bianco: contiene salicina, un composto simile all’aspirina, utile per alleviare il dolore e l’infiammazione.
  3. Peperoncino (Capsaicina): è usato in alcuni unguenti e cerotti per le sue proprietà antinfiammatorie e analgesiche.
  4. Incenso (Frankincense): ha proprietà antinfiammatorie e viene utilizzato in aromaterapia e nella medicina tradizionale.
  5. Spirulina: un’alga blu-verde con proprietà antinfiammatorie, spesso assunta come integratore.
  6. MSM (Metilsulfonilmetano): composto di zolfo che può aiutare a ridurre l’infiammazione e il dolore articolare.
  7. Quercetina: flavonoide presente in molti frutti e verdure, noto per le sue proprietà antinfiammatorie.

Come sempre, è importante ricordare che la risposta individuale a questi rimedi può variare e che è essenziale consultare un professionista sanitario prima di iniziare un nuovo trattamento, specialmente se si hanno condizioni mediche esistenti o si stanno assumendo altri farmaci.

Per ridurre l’infiammazione, puoi seguire questi passaggi:

  1. Adottare una dieta anti-infiammatoria: consuma più frutta, verdura, e alimenti ricchi di omega-3.
  2. Esercizio regolare: pratica attività fisica moderata regolarmente.
  3. Mantenere un peso sano: riduci il sovrappeso o l’obesità.
  4. Gestire lo stress: utilizza tecniche di rilassamento come meditazione o yoga.
  5. Smettere di fumare e limitare l’alcol: evita fumo e consumo eccessivo di alcol.
  6. Dormire bene: assicurati un sonno di qualità e sufficiente.
  7. Rimedi naturali: considera l’uso di antinfiammatori naturali come curcuma o zenzero.
  8. Consultare un medico: per infiammazioni gravi o croniche, cerca sempre il parere di un professionista sanitario.

Gli studi indicano che il CBD influisce sul cervello in vari modi:

  1. Interazione con il sistema endocannabinoide: modifica indirettamente la funzione dei recettori cannabinoidi, influenzando la trasmissione dei neurotrasmettitori.
  2. Proprietà antinfiammatorie e antiossidanti: riduce l’infiammazione cerebrale e protegge le cellule dallo stress ossidativo.
  3. Riduzione di ansia e stress: influenza i recettori legati alla serotonina, potenzialmente diminuendo l’ansia.
  4. Promozione della neurogenesi: potrebbe stimolare la formazione di nuove cellule cerebrali, in particolare nell’ippocampo.
  5. Benefici in disturbi neurologici: può essere utile nel trattamento di condizioni come l’epilessia e la sclerosi multipla.
  6. Modulazione del dolore: influenza la percezione del dolore nel cervello, potenzialmente utile nel dolore cronico.
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Cronologia revisioni

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