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Hashish: cos’è e quali sono le sue origini

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L’hashish legale è ad oggi un prodotto molto diffuso e particolarmente ricercato dagli amanti del “fumo“.

La sua storia è secolare e diversi documenti provenienti da tutto il mondo provano che la sua diffusione ha avuto una rilevanza sociale, politica e religiosa.

 

Che cos’è l’hashish?

La parola hashish deriva dall’arabo e significa “erba secca“. Noto anche come fumo o charas, si tratta di una resina ottenuta dall’isolamento dei tricomi delle piante femminili di cannabis sativa.

I tricomi contengono al loro interno i cannabinoidi, come CBD e THC, ossia quelle sostanze che forniscono gli effetti ricercati da chi ne fa uso.

Come nel caso della cannabis, anche l’hashish può essere light (o legale) e illegale, a seconda della percentuale di THC che presenta.

Il fumo può avere diversi aspetti, che dipendono principalmente dal metodo di estrazione adottato; normalmente si presenta in forma semi-solida o pastosa e può essere di colore giallo, marrone, nero o rosso.

Spesso le metodologie produttive sono prettamente manuali e derivano dalle tradizioni che nei secoli sono state tramandate.

Le origini dell’hash

I reperti storici riguardanti l’hashish che sono sopravvissuti fino ai giorni nostri sono davvero pochi.

Tuttavia gli storici concordano sul fatto che le sue origini risalgano al X secolo e siano localizzate in Arabia.

La maggior parte dei documenti ritrovati, infatti, appartengono al XI secolo, quando i legislatori musulmani hanno iniziato a valutarle l’uso.

Da quel momento l’hashish si sarebbe diffuso velocemente in tutto il territorio arabo e nel Medio Oriente.

Esistono dei documenti che attestano l’utilizzo consueto di hashish da parte dello sceicco Haidar, che ne apprezzava particolarmente gli effetti psicotropi, tanto da incentivarne l’utilizzo tra i suoi sostenitori.

A partire dal XIII secolo, grazie alle tribù mongole guidate da Genghis Khan e alle loro conquiste territoriali, l’hashish si diffonde fino in Russia e in Asia Centrale. Solo successivamente, con l’apertura delle principali vie commerciali internazionali, il fumo si espande anche in Europa.

Con la rivoluzione industriale vengono raffinate le tecniche di setacciatura dei tricomi, agevolando così la raccolta e di conseguenza aumentando la sua produzione e la distribuzione mondiale.

L’hashish viene particolarmente apprezzato nei paesi europei, soprattutto in Francia, dove nel 1843 nasce il “Club des Hachichins“. Sebbene venisse utilizzato principalmente a scopo ricreativo, l’hashish inizia a suscitare l’interesse di medici e ricercatori, grazie alle sue proprietà benefiche.

Verso la metà del ‘900, però, numerosi Paesi iniziano a promulgare leggi proibizioniste e ad imporre sanzioni più severe per la coltivazione e la vendita illegale di hash.

Nonostante il mercato illegale continui ad essere una realtà conosciuta, le vendite calano drasticamente.

Solo negli anni ’60 il mercato del fumo si riprende lentamente, soprattutto nella zona del Marocco.

I principali tipi di Hashish

Esistono molte varietà di hashish, che si distinguono per colore, odore, consistenza, effetti e metodologie produttive.

I più conosciuti derivano dalla coltivazione pakistana, afgana, turca, libanese, marocchina, nepalese, ognuna con differenti profili terpenici.

L’hashish tradizionale è quello di origine libanese: è rosso, dall’aroma speziato e dolce.

In Afganistan, l’hashish assume un colore grigio chiaro, mentre il Libano Oro (originario di Giordania, Egitto e Libano) ha un colore arancione-giallo ed è facilmente malleabile.

L’Ice-O-Lator proviene dall’Olanda ed è noto per la sua qualità eccellente, mentre il Charas proviene principalmente dal Nepal e dall’India.

L’hashish turco e quello marocchino sono generalmente di colore verde/marrone scuro, hanno una consistenza particolarmente dura e sono caratterizzati da un odore speziato e da un gusto delicato.

Tra le varietà di hashish troviamo anche il Primero, chiamato così in quanto non viene trattato.

Conclusioni

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FAQ

La distinzione tra erba legale e illegale è basata principalmente sulle leggi e sui regolamenti stabiliti dalle autorità locali, nazionali o internazionali. Le principali differenze tra erba legale e illegale sono:

  1. Legislazione: l’erba legale è consentita secondo le leggi vigenti, mentre quella illegale viola tali leggi;
  2. Origine e produzione: l’erba legale proviene da fonti autorizzate e regolamentate, mentre quella illegale può derivare da coltivazioni illegali;
  3. Composizione chimica: l’erba legale è soggetta a standard di qualità e sicurezza, mentre quella illegale può contenere THC non regolamentato;
  4. Distribuzione e vendita: l’erba legale è venduta in negozi autorizzati, mentre quella illegale è commercializzata nel mercato nero;
  5. Uso medico e ricreativo: l’erba legale può essere utilizzata legalmente per scopi medici o ricreativi, mentre quella illegale viene usata in violazione delle leggi;
  6. Rischi legali: l’uso dell’erba illegale può comportare sanzioni penali, mentre quella legale è soggetta a regolamenti e tasse, ma evita rischi legali se utilizzata secondo le norme.

Fumare grandi quantità di CBD può avere diversi effetti, come riportato dagli studi, inclusi:

  1. Sonno e rilassamento: il CBD può indurre sonnolenza e favorire il rilassamento muscolare;
  2. Sedazione: in dosi elevate, il CBD può avere un effetto sedativo, causando stanchezza e letargia;
  3. Effetti indesiderati: alcune persone potrebbero sperimentare effetti collaterali come secchezza delle fauci, stordimento o vertigini;
  4. Interazioni farmacologiche: l’assunzione eccessiva di CBD potrebbe interagire con altri farmaci o sostanze, causando effetti imprevisti;
  5. Inefficacia terapeutica: l’assunzione di dosi molto elevate potrebbe non necessariamente aumentare i benefici terapeutici e potrebbe persino ridurne l’efficacia.

È importante notare che gli effetti del CBD possono variare da persona a persona e dipendere dalla quantità consumata, dalla sensibilità individuale e da altri fattori. Si consiglia sempre di consultare un professionista sanitario prima di utilizzare grandi quantità di CBD.

Secondo gli studi, il CBD ha diversi effetti sul cervello, tra cui:

  1. Riduzione dell’infiammazione: il CBD può ridurre l’infiammazione nel cervello, che può essere correlata a condizioni neurologiche come l’Alzheimer e la sclerosi multipla;

  2. Regolazione del tono dell’umore: il CBD può influenzare la serotonina nel cervello, il che può contribuire a migliorare l’umore e ridurre l’ansia e la depressione;

  3. Riduzione dell’ansia: studi suggeriscono che il CBD possa avere effetti ansiolitici, agendo su recettori nel cervello coinvolti nella risposta allo stress e all’ansia;

  4. Neuroprotezione: il CBD ha dimostrato potenziale neuroprotettivo, il che significa che potrebbe aiutare a proteggere le cellule cerebrali da danni causati da condizioni neurodegenerative o lesioni;

  5. Riduzione delle crisi epilettiche: il CBD è stato approvato per il trattamento di alcuni tipi di epilessia resistente ai farmaci, poiché può ridurre la frequenza e l’intensità delle crisi epilettiche;

  6. Modulazione della percezione del dolore: il CBD può influenzare la percezione del dolore nel cervello, agendo su vie neurali coinvolte nella trasmissione del dolore.

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