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Come tanti altri tipi di piante, anche la cannabis può provocare reazioni indesiderate in alcuni soggetti. Così come benefiche, infatti, le piante possono essere potenzialmente nocive. Ad oggi, l’allergia alla cannabis è una condizione piuttosto rara e i sintomi sono normalmente lievi. Tuttavia, in alcuni soggetti potrebbe addirittura causare problematiche più gravi, come ad esempio lo shock anafilattico. Si tratta di un disturbo ancora poco conosciuto e attualmente risulta difficile individuare un preciso quadro sintomatico. Spesso l’allergia si manifesta dopo essere entrati in contatto con polline o con il fumo di cannabis.
Naturalmente, con l’aumento del consumo di marijuana, anche i casi di allergia sono aumentati, attirando l’attenzione dei ricercatori, sebbene non rappresenti una problematica particolarmente diffusa. In questo articolo vi parleremo delle cause, dei sintomi e di come può essere trattata.
Cos’è l’allergia alla cannabis?
Come vi abbiamo accennato nel paragrafo precedente, negli ultimi anni il consumo di marijuana legale in Italia e in tutto il mondo è aumentato notevolmente, soprattutto grazie alla legalizzazione della canapa light. Contemporaneamente si è osservata la progressiva comparsa di casi di allergia alla cannabis, disturbo quasi totalmente sconosciuti in precedenza. Questa allergia normalmente si manifesta tramite la comparsa di rino-congiuntivite, asma bronchiale e in alcuni casi anche orticaria da contatto.
Le manifestazioni di allergia a carico dell’apparato respiratorio in genere sono di lieve entità e, in particolar modo per quanto riguarda l’asma, non è ancora noto quanto questo peggioramento possa essere effettivamente correlato ad una vera e propria allergia alla cannabis e quanto invece ad un effetto semplicemente irritante causato dal fumo.
Questa è quantomeno la conclusione tratta dai ricercatori dell’American College of Allergy, Asthma and Immunology(ACAAI). Uno studio pubblicato recentemente sulla rivista Annals of Allergy, Asthma and Immunology, si concentra su alcune sintomatologie ignorate dai consumatori abituali di cannabis.
Ad ogni modo, giungere ad una diagnosi certa di allergia alla cannabis resta comunque complesso. Anche nel caso dello shock anafilattico, la reazione non sembra dipendere da una diretta sensibilizzazione della cannabis assunta per la via gastroenterica, in quanto tutte le proteine presenti vengono completamente digerite nello stomaco, senza raggiungere l’apparato gastroenterico.
Cosa può scatenare la reazione allergica?
Le reazioni allergiche alla cannabis spesso assomigliano alle allergie stagionali o alle intolleranze alimentari. Possono manifestarsi quando un soggetto:
- fuma o entra in contatto con fiori essiccati, resine o oli;
- ingerisce olio di CBD;
- è esposto a polline o muffe dispersi nell’ambiente;
- ingerisce alimenti contenenti cannabis.
Allergia alla cannabis: quali sono i sintomi
I sintomi di un’allergia alla marijuana generalmente si manifestano 20–30 minuti dopo l’esposizione. I sintomi principali che possono presentarsi sono:
- Prurito: in alcune persone la reazione allergica può manifestarsi con il prurito in alcune aree della pelle. Entrare in contatto con pollini o muffe può causare prurito e, anche se non è grave, risulta piuttosto fastidioso;
- Arrossamento: insieme al prurito può svilupparsi arrossamento in una qualsiasi zona del corpo. Alcuni potrebbero manifestare arrossamento intorno agli occhi dopo essere stati esposti a pollini o muffe o semplicemente arrossamento intorno ad un’area che ha prurito;
- Pelle secca: un altro sintomo allergico riguarda la disidratazione della pelle. Questo può insorgere dopo aver maneggiato la cannabis ed essere stati esposti a pollini o muffe. La secchezza della pelle può verificarsi quasi immediatamente dopo l’esposizione;
- Eruzione cutanea: è un altro possibile sintomo di allergia alla cannabis ed è simile alla disidratazione e all’arrossamento della pelle;
- Lacrimazione: l’inalazione del polline della marijuana può avere effetti simili a quelli della febbre da fieno. Uno di questi è la lacrimazione degli occhi. Sebbene sia un sintomo piuttosto lieve, può causare ulteriori irritazioni ed arrossamenti;
- Nausea: l’inalazione di polline o muffe può causare anche sintomi di nausea, che normalmente ha una breve durata;
- Mal di gola e tosse: per chi soffre di allergia alla cannabis, la tosse e il conseguente mal di gola sono tra i sintomi più comuni;
- Congestione nasale e starnuti: come per molte altre allergie, anche in questo caso si possono manifestare naso chiuso, starnuti ed altri sintomi simili al raffreddore;
- Anafilassi: nei casi più gravi, può verificarsi un’anafilassi. Si tratta di una condizione potenzialmente mortale, che può causare effetti gravi come svenimento, pressione sanguigna bassa e difficoltà respiratorie. Se questo dovesse accadere è necessario consultare immediatamente un medico.
Come diagnosticare l’allergia
Come si diagnostica un’allergia alla cannabis? Ebbene, è possibile eseguire due diversi test per verificare se una persona sia suscettibile ad una reazione allergica: un esame della pelle o un esame del sangue.
Test della pelle
Un test cutaneo è il metodo di analisi più comune per le allergie e deve essere eseguito da un medico. Si tratta di un esame semplice che si basa sul contatto della pelle di una persona con una goccia di allergene diluito, come la cannabis o il polline. Un minuscolo spillo viene poi usato per pungere la pelle facendo entrare la goccia sotto la cute. Successivamente, il medico monitora la zona trattata per verificare eventuali reazioni avverse (di solito rigonfiamenti rossi pruriginosi). Per essere certi del risultato è necessario attendere fino a 15 minuti. Se non si presentano prurito, arrossamenti o eruzioni cutanee, si può affermare che non si ha un’allergia alla cannabis.
Esame del sangue
E’ un metodo leggermente più complicato per verificare se una persona sia allergica alla cannabis. Si tratta di prelevare un campione di sangue e verificare se siano presenti anticorpi contro la cannabis. Se questi anticorpi sono presenti in percentuali elevate, allora probabilmente la persona sarà allergica alla cannabis. Sebbene questo sia un metodo accurato per testare le allergie, può richiedere molto tempo prima che i risultati siano disponibili.
Come trattare l’allergia alla cannabis
In caso di allergia alla cannabis, ci sono alcune cose che si possono fare per trattare ed alleviare i sintomi. Per trattare eruzioni cutanee, prurito ed arrossamento si possono utilizzare degli antistaminici. In caso di tosse o congestione nasale, invece, i farmaci da banco contro il raffreddore e l’influenza possono aiutare a ridurre i sintomi. Tuttavia questa non dovrebbe essere considerata una soluzione a lungo termine. Se le reazioni allergiche sono frequenti, bisognerebbe cercare di ridurre al minimo l’esposizione alla cannabis o consultare un medico ed eseguire i test delle allergie. Se lavorate nel settore, soprattutto in quello della lavorazione dei prodotti, è fondamentale indossare maschere, guanti e altri dispositivi di protezione.
Conclusioni
Attualmente l’allergia alla cannabis è ancora poco conosciuta in ambito medico. Tuttavia, man mano che verranno effettuati studi a riguardo, potranno emergere ulteriori opzioni terapeutiche. Secondo la ricerca, l’immunoterapia è un trattamento potenzialmente utile. Questa prevede che il medico esponga il paziente a dosi di allergene progressivamente più elevate, al fine di correggere la risposta immunitaria. Un recente studio ha raccolto indagini risalenti agli anni ’30, secondo cui l’immunoterapia poteva trattare con successo le allergie alla cannabis. Purtroppo, però, si trattava di studi limitati, ed è quindi necessario svolgere ulteriori ricerche.