Carrello
intelligenza artificiale

Intelligenza artificiale: pronta a rivoluzionare anche il mondo della cannabis

Condividi l'articolo!
Negli ultimi mesi il tema dell’intelligenza artificiale (detta anche IA) è diventato sempre più ricorrente. Quando parliamo di IA pensiamo ad un futuro lontano, un mondo futuristico in cui ci ritroviamo a convivere con robot e macchine capaci di capire e agire al posto nostro. Tuttavia, si tratta di una novità molto più reale di quanto si pensi. Negli ultimi anni, infatti, la scienza ha fatto passi enormi nel mondo dell’IA e ad oggi viene applicata già in diversi settori. Tra le sue innumerevoli applicazioni, c’è posto anche per la cannabis. Si, avete capito bene!
L’IA sostiene molte nuove soluzioni di automazione per i processi di coltivazione e può essere un aiuto per tutti i coltivatori, domestici e aziendali, per ottimizzare i raccolti e i profitti.
Inoltre, un nuovo studio ha usato l’intelligenza artificiale per prevedere i danni derivanti dalla cannabis, sulla base dei dati biometrici raccolti dai sensori degli smartphone.
Ma come può l’IA rivoluzionare anche il mondo della cannabis?

 

Cos’è l’intelligenza artificiale e com’è nata?

Per capire come può l’IA introdursi anche nel mondo della cannabis, bisogna prima fare un passo indietro e capire di che cosa si tratta.

L’Intelligenza Artificiale è un ramo dell’informatica che permette di progettare e programmare sistemi hardware e software. Questi sono in grado di apportare alle macchine caratteristiche considerate “umane”, come ad esempio percezioni visive, spazio-temporali e decisionali.

La prima volta che venne nominata, fu nel 1956 durante un convegno in America, anche se allora veniva chiamata “Sistema Intelligente”. Durante questo convegno vennero presentati alcuni programmi già in grado di effettuare alcuni ragionamenti logici, in particolare legati alla matematica. Due ricercatori informatici, Allen Newell e Herbert Simon, infatti, avevano sviluppato il programma Logic Theorist, capace di dimostrare alcuni teoremi di matematica partendo da alcune informazioni specifiche.

Da allora, si susseguirono moltissimi studi e ricerche per lo sviluppo di nuovi programmi e software in grado di pensare e agire proprio come gli esseri umani. Nacque così il Lisp, cioè il primo linguaggio di programmazione che per oltre trent’anni rimase poi alla base dei software d’intelligenza artificiale. Tuttavia, se da una parte vennero sviluppati software sempre più elaborati e complessi, dall’altra iniziarono ad emergere anche le limitazioni dell’IA. Infatti, non sembrava poter presentare le stesse capacità intuitive e di ragionamento degli umani.

Durante la seconda metà degli anni sessanta, divenne evidente che quanto creato fino ad allora non era più sufficiente. Le nuove necessità prevedevano, infatti, la realizzazione di macchine in grado di risolvere problematiche sempre più vicine alla realtà dell’uomo. Da allora, quindi, gli studiosi si concentrarono sulla produzione di software capaci di ragionare e di considerare i fattori di cambiamento prima di prendere decisioni. Ma per raggiungere questo obiettivo, era necessario risolvere un altro problema: realizzare dei percorsi semantici per le macchine, cioè un linguaggio che permettesse di programmare le diverse possibilità previste da un qualsiasi ragionamento. Un passaggio non certo così semplice e immediato, tanto che la ricerca nel settore rallentò drasticamente, soprattutto a causa della riduzione dei finanziamenti.

Intelligenza artificiale e biologia

La svolta arrivò, contro ogni aspettativa, dal campo biologico e non da quello informatico. Nel 1969, infatti, alcuni ricercatori del “Carnegie Institute of Technology” realizzarono un programma, chiamato DENDRAL, in grado di ricostruire una molecola semplice a partire dalle informazioni ottenute dallo spettrometro di massa. Queste informazioni erano relative in particolare alla massa molecolare dell’elemento analizzato. Il risultato era basato soprattutto sulla conoscenza della macchina di determinati campi di applicazione.

Questa invenzione ha permesso di riprendere la strada verso la rinascita dell’intelligenza artificiale per come la conosciamo oggi, basata sui cosiddetti sistemi aperti. Questi infatti, grazie ad una serie di informazioni di base, erano capaci di trovare soluzioni specifiche a seconda dello scenario, portando nuovamente sotto i riflettori il potenziale dell’IA.

Agli inizi degli anni ’80 il primo sistema di intelligenza artificiale venne utilizzato per scopi commerciali e la ricerca sull’IA si diffuse anche in Giappone e in Europa.

Uno dei campi in cui oggi vengono applicati i sistemi di IA è quello automobilistico. Se utilizzati sui veicoli, infatti, permettono gli spostamenti in macchina senza che vi sia un conducente umano al volante. Naturalmente si tratta di veicoli ancora in fase sperimentale, tuttavia raggiungeranno gradi di sicurezza sempre più alti, soprattutto grazie all’utilizzo di sensori e telecamere capaci di percepire tutti i segnali esterni ed effettuare manovre in piena sicurezza.

IA e cannabis: la rivoluzione

Grazie a studi recenti, l’intelligenza artificiale è entrata anche nel mondo della cannabis, portando alla luce nuovi interessanti sviluppi, sia per i consumatori che per i produttori.

Ma come può l’IA incidere sulla coltivazione, sulla vendita e sul consumo di cannabis? Di seguito vediamo quali sviluppi sono emersi.

Migliora e facilita la coltivazione

La coltivazione della cannabis non è così semplice come si può pensare. Infatti, ci sono diversi fattori che vanno monitorati attentamente: ad esempio, è fondamentale creare il giusto livello di umidità ed è importante la luce solare poichè permette di massimizzare la produzione.

L’intelligenza artificiale può aiutare i coltivatori proprio a controllare le condizioni dell’ambiente di coltivazione. Inoltre, con l’implementazione di dispositivi IoT (“Internet of Things”) e robotici, può sollevare i coltivatori dall’incarico di apportare le modifiche essenziali ogni qualvolta sia necessario.

Grazie all’autoregolazione della coltivazione, si riducono anche le probabilità di riscontrare colture malsane. Infatti, i sensori dell’IA e le telecamere che rilevano i tassi di crescita delle piante e altri indicatori della loro salute, possono individuare la cannabis malata prima che sia troppo tardi. Inoltre, questa tecnologia può aiutare ad identificare il trattamento adatto ad ogni pianta.

Si tratta, quindi, di una rivoluzione importante, in quanto può ridurre fortemente gli sprechi, aumentando al contempo la resa dei raccolti. L’IA, oltre a mantenere sane le colture, può anche migliorarle, facilitando notevolmente il lavoro dei coltivatori, che possono creare varietà con percentuali più alte di cannabinoidi e con una resistenza maggiore ai parassiti.

Favorisce la gestione dell’inventario

L’intelligenza artificiale può essere molto utile per individuare le diverse esigenze dei consumatori nel tempo, diventando un aiuto prezioso sia per i coltivatori che per i venditori. L’IA e i dispositivi IoT, infatti, aiutano i professionisti a tenere monitorate più informazioni sulle preferenze dei prodotti, sulle abitudini di consumo e tante altre variabili. Questa funzione permette alle aziende di poter preparare in anticipo le scorte dei prodotti che vendono. Ma non solo!

L’intelligenza artificiale può anche aiutare le aziende a prevedere i livelli delle scorte in base alle vendite e all’offerta di un preciso momento. Pertanto, invece di monitorare manualmente le scorte, i venditori possono utilizzare un software per ricevere notifiche immediate sui prodotti in esaurimento ed eventualmente automatizzare gli ordini ai fornitori. Questa tecnologia permette di identificare sia i prodotti meno venduti, in modo da poterli rimuovere dallo store, sia quelli più richiesti, così da valutare i potenziali profitti e tutti i rischi legati all’ampiamento delle operazioni di coltivazione.

 

IA per le vendite e il marketing della cannabis

Le nuove tecnologie dell’IA possono contribuire ad aumentare i profitti di qualsiasi azienda in generale, comprese quelle che operano nel campo della cannabis. Grazie ad un’analisi predittiva e a dati più precisi sui clienti, infatti, è più facile creare campagne migliori, con maggiori probabilità di successo e sviluppare proposte di vendita più adatte al proprio pubblico. Nel settore delle vendite, l’intelligenza artificiale può aiutare ad individuare le migliori opportunità di vendita. Nel settore del marketing, invece, l’IA sta già aiutando molti leader aziendali attraverso la produzione di contenuti interessanti, permettendo di risparmiare molto tempo.

 

IA per il content marketing

L’intelligenza artificiale, oltre a creare contenuti generici, può essere impiegata anche per creare contenuti conformi alle leggi che le aziende di cannabis devono rispettare. In questo campo, infatti, molte aziende devono affrontare sospensioni e cancellazioni di annunci sui social media. I software di intelligenza artificiale, come ChatGPT, possono segnalare potenziali problemi nei contenuti, compresi hashtag, didascalie e immagini che potrebbero causare blocchi sui canali di marketing, come Instagram o Twitter. Essendo un campo in cui le regole possono essere modificate spesso e rapidamente, l’IA risulterebbe utile per implementare facilmente le nuove direttive e aggiornare i contenuti di conseguenza, senza che queste modifiche debbano essere fatte manualmente da qualcuno.

 

IA e servizio clienti

Sappiamo bene quanto sia importante per un’azienda il servizio clienti, soprattutto nel campo della cannabis, dove c’è così tanta scelta. L’intelligenza artificiale può aiutare a migliorare l’assistenza ai clienti, rendendola più efficiente e meno dipendente dal lavoro umano. Ad esempio, i coltivatori e i venditori possono utilizzare l’IA per abbinare i prodotti alimentati attraverso algoritmi che aiutano i clienti a scegliere i prodotti e i dosaggi adatti alle loro esigenze. Questa funzione rende più autonomi anche i clienti alle prime armi, che, invece di richiedere una consulenza, vengono guidati rapidamente verso il prodotto che ricercano.

Inoltre, i rivenditori possono introdurre un chatbot di qualità sul sito web, così da poter dare risposte rapide alle domande più comuni dei potenziali clienti, riducendo il tempo di attesa. In questo modo gli addetti al servizio clienti hanno più tempo per seguire esigenze di assistenza più complesse.

 

IA e consumo di cannabis: il nuovo studio

Un nuovo studio effettuato dai ricercatori dello “Stevens Institute of Technology” e pubblicato su “Drug and Alcohol Dependence” ha analizzato e confrontato i dati degli smartphone dei consumatori di cannabis e dei non consumatori di cannabis.
Gli esperti hanno studiato e paragonato oltre 100 input sensoriali differenti, tra cui tempo, posizione, rumore e movimenti rilevati dai telefoni dei consumatori di cannabis e da quelli dei non consumatori. Questo test ha permesso di individuare differenze notevoli tra i set di dati durante i periodi in cui il i consumatori di cannabis erano sballati.
L’obiettivo della ricerca era quello di riuscire a prevedere i danni legati alla cannabis utilizzando solo i dati dello smartphone, con una precisione di circa il 67%. Tuttavia, se abbinato a dati temporali, come il giorno della settimana e l’ora, il modello di apprendimento dell’intelligenza artificiale “Light Gradient Boosting Machine” era in grado di prevedere i danni derivanti dalla cannabis con una precisione addirittura del 90%.
La raccolta dei dati è comunque stata limitata da alcuni fattori che potrebbero aver influito sui risultati: parliamo in particolare delle dimensioni ridotte della popolazione e delle distorsioni nella segnalazione.
Non si tratta del primo tentativo di questo tipo. La maggior parte degli esami del sangue, della saliva e delle urine sono in grado di valutare solamente l’uso recente di cannabis, ma non di predire la compromissione al momento del test.

Perchè è importante l’Intelligenza artificiale?

artificial intelligence icon

Le nuove tecnologie IA permettono di automatizzare moltissime operazioni attraverso i dati raccolti. Ma non si tratta di un’automazione robotizzata basata su hardware. L’intelligenza artificiale, infatti, non automatizza semplicemente i compiti manuali, ma esegue operazioni frequenti e ad alto volume in modo preciso ed efficace.

L’IA si adatta attraverso algoritmi di apprendimento progressivo e permette la programmazione attraverso i dati. In questo modo, l’algoritmo può individuare quale prodotto consigliare online. Con l’arrivo di nuovi dati, l’IA aggiorna i suoi modelli, adattandoli alle esigenze del momento. Più dati sono disponibili e più i sistemi diventano accurati.

Infatti, questa tecnologia raggiunge un’incredibile precisione grazie alla profondità delle reti neurali. Pensiamo, ad esempio, alle interazioni con Alexa, Google Search e Google Photos, tutte basate sul deep learning, che diventano sempre più attente e precise. In campo medico le tecniche dell’IA possono essere utilizzate per rilevare il cancro con l’imaging a risonanza magnetica, con la stessa precisione dei migliori radiologi.

Ecco perchè lo sviluppo dei sistemi di intelligenza artificiali è importante non solo per i campi di vendita e di marketing, ma anche a livello salutare.

 

 

Come utilizziamo l’IA tutti i giorni

Molti pensano che l’uso dell’IA sia ancora lontano o appartenga solo a determinati settori informatici. Ma in realtà, l’intelligenza artificiale viene già ampiamente utilizzata nel nostro quotidiano. Pensiamo ad esempio ai vari strumenti di riconoscimento vocale utilizzati dagli smartphone o dai sistemi di sicurezza: si basano su algoritmi dell’IA.

Anche nel settore automobilistico le nuove tecnologie sono già utilizzate. I veicoli capaci di muoversi senza pilota sono ormai una realtà, anche se il loro utilizzo è ancora limitato. Molto più utilizzate, invece, sono tutte quelle applicazioni che fanno uso della logica Fuzzy. Queste permettono di realizzare sistemi di cambi di velocità in auto a guida semi-autonoma.

Altri progetti di IA sono utilizzati nell’ambito della programmazione di giochi, come gli scacchi, favorendo lo sviluppo degli algoritmi di apprendimento.

In ambito medico l’Intelligenza Artificiale fa soprattutto uso delle reti neurali, in particolare nelle analisi del battito cardiaco, nelle diagnosi di alcune forme tumorali e nella realizzazione di robot di accompagnamento.

E che dire dei telefoni di ultima generazioni? Alcuni, ad esempio, presentano dei sensori in grado di capire se il proprietario del telefono si sta muovendo a piedi o in veicolo. Altri ancora accendono automaticamente la torcia quando il proprietario si sta muovendo al buio.

Conclusioni

Fino a pochi anni fa il principale problema degli scienziati coinvolti nella ricerca relativa all’Intelligenza Artificiale, era quello di poter dimostrare la possibilità di utilizzare sistemi intelligenti nella vita di tutti i giorni. Oggi possiamo dire che questo obiettivo è ampiamente raggiunto. Ma qual è allora il futuro dell’IA?

Certamente siamo solo all’inizio, tuttavia c’è la consapevolezza che l’intelligenza artificiale sia ormai una realtà. I dubbi degli studiosi sono relativi alle diverse possibilità di utilizzo dei sistemi intelligenti e soprattutto al loro impatto sociale ed economico. La paura che a breve le macchine possano sostituire in tutto l’uomo in molti lavoro, infatti, è sempre più insistente. Con l’uso dell’Intelligenza Artificiale sarà possibile perdere ulteriori posti di lavoro, ma è anche vero che si apriranno più strade per la creazione di nuove tipologie di figure professionali.

La direzione che prenderà questa tecnologia innovativa non è ancora ben chiara, tuttavia una cosa è certa: potrà portare ad una nuova rivoluzione culturale e industriale.

L’intelligenza artificiale non è più solo futuro, ma è già presente.

Abilita le Notifiche OK No grazie