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Marijuana: 10 falsi miti da sfatare!

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La marijuana è probabilmente la pianta presente in natura che ha scatenato più tempeste nella civiltà umana. La coltivazione e il consumo di cannabis esistono ormai da oltre 5 mila anni. Con l’invenzione della manipolazione del giornalismo a fini sociali o politici, però, sono sorte sempre più contestazioni. Queste hanno portato alla promulgazione del Marihuana Tax Act del 1937, che ha segnato l’inizio del proibizionismo. Solo negli ultimi anni, la marijuana è tornata ad essere al centro del dibattito pubblico. In molti Paesi, infatti, è stata ormai legalizzata; tuttavia ci sono ancora molti falsi miti su questa straordinaria pianta che continuano a circolare.

In questo articolo cercheremo di sfatare i 10 miti più comuni sulla marijuana, sottolineando i pregiudizi sia positivi che negativi. Infatti, così come molti contrari alla cannabis fanno di tutto per distorcere la realtà, anche le persone favorevoli possono esagerare creando falsi miti.

10 falsi miti sulla marijuana

1. La marijuana è una droga “di passaggio”

Quante volte abbiamo sentito la frase “la cannabis porta all’utilizzo di droghe pesanti”? Niente di più falso! Milioni di consumatori di cannabis in tutto il mondo ne fanno un uso regolare, senza avere minimamente l’intenzione di provare una droga più pesante. Inoltre, bisogna sottolineare che molte persone iniziano a consumare droghe pesanti senza mai provare la cannabis. Volendo essere precisi, addirittura la marijuana, negli Stati in cui è legale, viene utilizzata proprio per uscire dalle dipendenze.

Negli Stati Uniti, il consumo di oppiacei è divenuta una vera e propria emergenza nazionale. I morti per overdose da oppiacei hanno toccato 47mila vittime nel 2017. Con la legalizzazione della cannabis, questo numero è sceso del 35%. La cannabis, infatti, si è dimostrata efficace sia come alternativa agli oppioidi nel trattamento del dolore, sia come sostanza d’uscita per diverse dipendenze, tra cui nicotina, alcool, cocaina e i derivati dell’oppio.

2. Il tasso di criminalità aumenta con il consumo di cannabis

Il proibizionismo rende l’uso, la coltivazione o la vendita della marijuana un crimine. Questo fa sì che si diffonda maggiormente il mercato nero, che, oltre alla cannabis, offre altre droghe più pesanti, come cocaina ed eroina. Nel momento in cui viene istituito un mercato legale della marijuana, invece, i venditori autorizzati e tassati dallo Stato sottraggono agli spacciatori del mercato nero gli introiti provenienti dal loro commercio, indebolendo il loro potere.

Bisogna precisare, inoltre, che non è mai stato dimostrato che fumare cannabis rende le persone più inclini a commettere dei crimini. E’ certo che sicuramente una buona parte di criminali fa uso di cannabis e di altre droghe in generale, tuttavia la correlazione non implica necessariamente una relazione di causalità tra di essi.

3. La marijuana non crea dipendenza

E’ vero, molti consumatori fanno uso di cannabis senza sviluppare altre forme di dipendenza. Tuttavia, non è sempre così. La scienza, infatti, afferma che la cannabis (come moltissime altre sostanze) non è perfetta ed innocua. La marijuana può aiutare le persone in diversi modi, ma i disturbi generati dal consumo sono reali. Essa aumenta i livelli di dopamina e, a lungo termine, può influenzare il sistema di ricompensa del cervello e creare un ciclo di dipendenza.

Fumando quotidianamente, la marijuana crea dipendenza, anche se in maniera nettamente più lieve rispetto alle droghe pesanti. A sostenere ciò è uno studio, condotto dal National Institute on Drug Abuse, che afferma che circa il 30% delle persone che ne fanno un uso costante e smodato, possono sviluppare una dipendenza da cannabis. Per questo motivo si predilige sempre un utilizzo responsabile e in età adulta.

4. Si può morire di overdose

Ogni anno milioni di persone muoiono per colpa di alcol, cocaina, eroina ecc. Tuttavia, nessuno muore per il solo consumo di cannabis. Questo perché i cannabinoidi, i principi attivi della pianta, non interagiscono con l’area del cervello responsabile della respirazione.

Un overdose da oppioidi si verifica quando i recettori all’interno dei centri respiratori del cervello vanno in sovraccarico. Essi creano un effetto depressivo che altera la respirazione, portando potenzialmente alla morte. La cannabis non può produrre lo stesso effetto, pertanto non ci sono ad oggi casi di morte ufficialmente riconosciuti per il solo uso di cannabis. Gli esperti, inoltre, escludono che questo possa accadere, se non in casi estremamente rari.

5. La marijuana brucia il cervello

E’ probabilmente la fake news preferita dai proibizionisti. Tuttavia non è assolutamente fondata, anzi. Secondo Igor Grant, psichiatra della University of California di San Diego, non esiste alcuna prova di danni a lungo termine negli adulti. Alcuni studi più recenti si stanno concentrando sull’imaging del cervello degli adolescenti, per scoprire in che modo la marijuana possa modificare l’attività celebrale di un sistema nervoso ancora in formazione. I dati raccolti al momento, però, non sono sufficienti per avere una risposta certa.

Alcune ricerche fatte sui topi adulti, hanno constatato come piccoli dosi di THC potrebbe rallentare il declino cognitivo negli anziani. Nei topi giovani, invece, la somministrazione di THC avrebbe compromesso alcune capacità di apprendimento e di memoria.

L’unico vero rischio a cui possiamo andare incontro è la bronchite cronica. I problemi respiratori sono spesso causati, infatti, dalla combustione e dal mescolare l’erba con altre sostanze, come il tabacco. Tuttavia questi danni sono facilmente evitabili, grazie all’utilizzo di un vaporizzatore. La vaporizzazione permette di riscaldare semplicemente l’erba senza bruciarla, evitando così le sostanze cancerogene prodotte dalla combustione.

6. La cannabis non provoca astinenza

Sebbene molti consumatori preferiscano pensare che la marijuana non possa provocare astinenza, sfortunatamente non è così. Tuttavia i sintomi di astinenza da cannabis sono piuttosto lievi, soprattutto se confrontati con alcol ed altre droghe. I consumatori abituali che smettono di fumare possono manifestare i seguenti sintomi:

Fortunatamente, questi sintomi non durano troppo a lungo e, nella maggior parte dei casi, non sono gravi. La cosa migliore da fare per attenuarli è mantenersi idratati, mangiare sano, fare esercizio e rilassarsi il più possibile.

7. Trattenere il fumo nei polmoni aumenta lo sballo

Si tratta di una credenza per lo più giovanile, che spesso viene utilizzata per “fare a gara”. Tuttavia non è altro che l’ennesimo falso mito. Non è assolutamente necessario, infatti, trattenere una boccata di fumo per maggiori quantità di tempo per aumentare lo sballo. Nessuna scienza supporta questa teoria, anzi, potrebbe essere l’esatto contrario.

Non appena entra nei polmoni, il THC passa rapidamente nel sangue. Trattenere di più il fumo, quindi, non ha alcun senso. Per uno sballo maggiore l’unica cosa da fare è aumentare la quantità.

8. Il consumo di marijuana rende pigri

Per quanto riguarda questa affermazione, bisogna precisare che esistono molte tipologie di cannabis, suddivise in due grandi categorie, indica e sativa. La sativa ha effetti più energizzanti, pertanto consente a molte persone di essere più attive e creative ed è consigliata per l’uso diurno. La cannabis indica, invece, è consigliata per la sera, in quanto facilita il riposo e il rilassamento, pertanto è utile per favorire il sonno.

Questa considerazione, quindi, è vera solo in parte. Ciò che non è corretto è, come sempre, fare di tutta l’erba un fascio! Non è vero che tutta la cannabis rende pigri, semplicemente alcune varietà favoriscono maggiormente il rilassamento muscolare.

9. Non esistono postumi da cannabis

Nonostante i postumi della cannabis non siano assolutamente alla pari degli effetti di una sbornia da alcol, possono comunque essere presenti. Possono comparire annebbiamento della mente, letargia, arrossamento agli occhi e mal di testa. Tuttavia, se consumata con moderazione, la marijuana non ostacola il risveglio e le attività quotidiane.

Inoltre, i postumi da cannabis tendono a scomparire molto più in fretta rispetto a quelli da alcol.

10. La marijuana non ha alcun valore medicinale

Se qualcuno dovesse dirvi che la marijuana non ha alcun valore medicinale, non credetegli assolutamente. La cannabis sin dall’antichità è nota per le sue proprietà terapeutiche. Recentemente il suo valore medico è stato riconosciuto persino dall’ONU (Organizzazione delle Nazioni Unite). La cannabis è stata depennata dalla Tabella IV, all’interno della quale sono inserite tutte le sostanze stupefacenti “particolarmente dannose e di valore medico o terapeutico estremamente ridotto”.

Sebbene siano in corso numerosi studi per avere ulteriori conferme, il potenziale terapeutico della cannabis è innegabile. 

Conclusioni

Questi naturalmente sono solo alcuni dei falsi miti riguardanti la cannabis. E’ lecito avere dubbi, soprattutto su una cosa che è ancora in fase di studio, tuttavia l’informazione resta la miglior difesa!

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