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legalizzazione cannabis italia

Legalizzazione Cannabis Italia – Referendum dal 1975 ad oggi

Legalizzare cannabis Italia: cosa prevede questo referendum?

Questo quesito referendario sulla Legalizzazione in Italia si riferisce al Testo Unico in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, di cui al d.P.R. 309/1990, ed è stato formulato con due intenti principali:

  1. Intervenire sulla rilevanza penale della coltivazione per uso personale
  2. Eliminare le sanzioni amministrative come la sospensione della patente nel caso del solo possesso
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Attuale legislazione e modifiche proposte

Al momento è prevista una sanzione amministrativa che sospende la patente di guida, prevista all’articolo 75 DPR 309/90, anche solo per la detenzione di cannabis, anche se al momento della contestazione il soggetto non si trovi alla guida o non ne abbia fatto uso.

Rimane comunque punibile con sanzione amministrativa la guida in stato di alterazione dovuta al consumo di sostanze, disciplinata non dal Testo Unico in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, di cui al d.P.R. 309/1990, ma dall’articolo 187 del Codice della Strada, punibile con l’ammenda da 1.500 a 6.000 EUR e con l’arresto da 6 mesi ad un anno. Tale disposizione, quindi, non è modificata dal referendum ma continua a restare in vigore.

Obiettivi del referendum

Il referendum si propone di avviare la legalizzazione della cannabis light in Italia. Depenalizzare la condotta di coltivazione per uso personale di qualsiasi sostanza relativa alla cannabis, con l’eccezione della coltivazione finalizzata al traffico illecito di cui all’art. 74, intervenendo sul 73, comma 4.

Situazione attuale e prospettive future per legalizzazione cannabis Italia

In Parlamento, in particolare in Commissione Giustizia, esiste già una proposta di legge in tal senso. Il referendum, quindi, al momento si connota come un rafforzativo della richiesta della società civile di affrontare il tema della coltivazione della cannabis per uso personale. Qualora la legge proposta dovesse subire modifiche sostanziali in fase di approvazione, il referendum rimane l’unico mezzo per far ascoltare le voci, si spera in maniera definitiva, di una società che più volte si è espressa a favore della legalizzazione della cannabis in Italia (vedi il referendum abrogativo del 1993, sostenuto dal 52% dei cittadini italiani, per la quale la detenzione per uso personale smetteva di costituire reato).

Un po’ di storia sulla battaglia contro il proibizionismo della Cannabis

Eventi chiave:

  • 1975Marco Pannella, durante una protesta, è arrestato per aver fumato cannabis in pubblico.
  • 1976 – Una delle leggi più proibizioniste d’Europa sulla Cannabis è modificata e il consumatore di droghe leggere è dichiarato non più punibile, introducendo la distinzione sostanziale tra droghe leggere e droghe pesanti.
  • 1990 – Il governo guidato da Craxi reintroduce il reato per consumo di droghe. È redatto il “Testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope” con il D.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309.
  • 1993 – Il 52% dei cittadini italiani si esprime con un referendum abrogativo sulla detenzione per uso personale che smette di costituire reato, modificando la legge “Jervolino-Vassalli”.
  • 2005/2006 – La normativa si inasprisce nuovamente con il decreto di legge numero 272 del 30 dicembre 2005, conosciuto come “Fini-Giovanardi”, che abolisce ogni distinzione tra droghe leggere e pesanti.
  • 2014 – La “Fini-Giovanardi” è dichiarata incostituzionale dalla Corte Costituzionale il 12 febbraio. Si ritorna quindi alla legislazione “Jervolino-Vassalli”.
  • 2016 – Approvata la legge 2 dicembre 2016 n. 242, che introduce il concetto di cannabis light, ovvero la possibilità di commercializzazione di cannabis con un contenuto di THC inferiore allo 0,2% (con una tolleranza fino allo 0,6%).
  • 2019 – Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione stabiliscono che la coltivazione in casa di cannabis non è reato previa la condizione che solo e unicamente il responsabile della coltivazione ne faccia uso.

Impatti e problematiche attuali

Nonostante le attuali opposizioni, il testo unico sulle droghe è tuttora una delle cause principali del sovraffollamento delle carceri e dei tribunali, problema esacerbato ulteriormente durante la pandemia. Infatti, nonostante la cannabis sia la sostanza meno pericolosa in fatto di sostanze psicotrope, è tuttora la più perseguita e soggetta a controlli: il 58% delle operazioni antidroga, il 96% dei sequestri e il 48% delle denunce ad autorità giudiziarie riguardano la Cannabis.

Un ulteriore punto di controversia riguarda l’uso dei test delle urine per individuare il consumo di cannabis. Questi test possono rilevare tracce di THC, il principale componente psicoattivo della cannabis, anche settimane dopo l’uso, a differenza di altre sostanze che vengono smaltite dall’organismo in pochi giorni. Questo porta a un numero sproporzionato di individui positivi ai test di droga, contribuendo così alle statistiche di arresti e denunce legate alla cannabis. La persistenza del THC contenuto nella Cannabis nelle urine rende ancora più evidente l’inefficacia e l’iniquità delle attuali leggi sulla droga, penalizzando comportamenti non necessariamente correlati a un uso attivo o recente della sostanza.

Dati dal Dodicesimo libro bianco sulle droghe

Nel 2020, 10.852 dei 35.280 delle carcerazioni sono avvenute sulla base di imputazioni o condanne legate all’articolo 73 del Testo unico, stiamo parlando del 30,8%, un peso sul nostro sistema giudiziario che è colossale: più di 235.000 procedimenti penali per la violazione dell’articolo 73 o 74, di cui, in 7 casi su 10, si arriva ad una condanna.

Cannabis Italia legalizzazione: in conclusione

Rimane quindi fondamentale la lotta alla depenalizzazione che non solo alleggerirebbe il sistema giudiziario italiano, ma contribuirebbe in maniera sostanziale alla lotta contro il “monopolio mafioso della canapa indiana”, per citare il radicale Marco Pannella.

Speriamo e confidiamo che questo Referendum sia un ulteriore passo verso il processo di legalizzazione della cannabis in Italia sul modello Californiano, ma sappiamo anche che questo processo si configura come lento e non facile.

Nel frattempo vi aspettiamo nel nostro cannabis shop, con tanti prodotti di qualità e offerte imperdibili!

 

DOMANDE FREQUENTI

 
Qual è la cannabis legale in Italia?

In Italia, la cannabis legale è quella che contiene un livello di THC (tetraidrocannabinolo) inferiore allo 0,6%. Questo tipo di cannabis è comunemente noto come “cannabis light”. Le normative italiane consentono la coltivazione e la vendita di cannabis light, a condizione che il contenuto di THC rimanga entro i limiti legali. I prodotti di cannabis light includono fiori, oli, estratti, infusi e altri derivati della pianta di canapa.

È importante notare che, nonostante la cannabis light sia legale, il suo utilizzo è regolamentato e non deve essere pubblicizzato come prodotto destinato al consumo umano. Le normative possono cambiare, quindi è sempre consigliabile verificare le leggi attuali e consultare le autorità locali per essere sicuri di rispettare tutte le regolamentazioni vigenti.

 

Quanti grammi di CBD sono legali?

In Italia, non c’è un limite specifico alla quantità di CBD che una persona può possedere, poiché la legalità dei prodotti a base di CBD dipende principalmente dal contenuto di THC. La legge italiana consente la vendita e il possesso di prodotti a base di canapa che contengono meno dello 0,6% di THC. Pertanto, qualsiasi prodotto di CBD che rientra in questo limite di THC è considerato legale indipendentemente dalla quantità di CBD che contiene.

📖 Fonti Scientifiche e Bibliografia


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