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Fame chimica: cos’è e come gestirla

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Tutti i consumatori e gli amanti della cannabis conoscono la fame chimica, quel desiderio forte e irrefrenabile di assumere cibo (soprattutto dolci e alimenti grassi) nonostante il corpo abbia già assimilato gli elementi necessari per il corretto funzionamento del metabolismo. Per chi utilizza la marijuana medicinale, spesso è un risultato voluto, che li aiuta a stimolare l’appetito. Per chi utilizza la cannabis solo a scopo ricreativo, invece, la fame chimica potrebbe rappresentare quasi un fastidio che si cerca di sopprimere. Gli scienziati hanno provato ad esaminare i meccanismi nascosti dietro a questo incontenibile senso di fame, capace di far ingurgitare qualsiasi cosa in qualsiasi momento. Essi hanno constatato che il THC contenuto nella Cannabis si lega ai recettori del nostro sistema endocannabinoide, presenti in diverse parti del corpo, alterando gli equilibri interni. I cannabinoidi stimolano il rilascio di dopamina nel nostro organismo, stimolando così l’appetito.

Il rischio di finire abbuffandosi di cibi spazzatura è grande, tuttavia la cosiddetta fame chimica non dev’essere per forza un peso. Il forte desiderio di cibo, infatti, può diventare divertente e piacevole nel momento in cui scegliamo cibi gustosi, ma allo stesso tempo sani. Di seguito vi sveleremo come affrontare nel migliore dei modi la fame chimica, realizzando deliziosi spuntini ad alto valore nutrizionale e poveri di grassi e zuccheri.

Cos’è la fame chimica?

La fame chimica è una reazione del corpo che solitamente compare entro 2 ore dall’assunzione di cannabis. Diversi fattori possono incidere nei tempi e nei modi: i consumatori più esperti hanno sicuramente un controllo maggiore, ma l’insorgere di fame chimica può dipendere dalla percentuale di cannabinoidi presenti nell’infiorescenza, dalla propria dieta alimentare e dal tipo di marijuana che si consuma. La cannabis Indica, infatti, provoca più appetito di quella Sativa.

Anche la modalità di assunzione gioca un ruolo fondamentale sia sugli effetti sia sull’entità della fame chimica. Per rilasciare un’alta percentuale di cannabinoidi, la cannabis richiede una temperatura di circa 170°C. La combustione necessita di temperature decisamente più alte, fattore che influisce negativamente sulla quantità di cannabinoidi realmente assunti. Secondo alcuni studi scientifici, infatti, in questo caso l’assunzione non supererebbe mai il 25%. Se consideriamo invece la vaporizzazione, è possibile assumere il principio attivo fino al 46%. Questo metodo, infatti, richiede una temperatura di ebollizione pari a 157°C circa, intensificando così anche gli effetti legati alla cannabis e di conseguenza alla fame chimica.

Perché si presenta?

Non si tratta di una suggestione, ma di una vera e propria risposta del corpo all’assunzione di alcune sostanze. Un gruppo di ricercatori europei dell’Università di Bordeaux, guidati da Giovanni Marsicano, ha condotto un esperimento sugli animali. Gli esperti hanno somministrato il THC ad uno dei due gruppi di topi e hanno osservato che gli animali sottoposti al principio attivo presentavano una maggiore sensibilità olfattiva e un significativo aumento dell’appetito. Gli studiosi hanno dimostrato che il THC è in grado di legarsi ad una molecola presente nei neuroni del bulbo olfattivo, ossia la zona del cervello che riceve gli stimoli provenienti dal naso. Questo legame provoca un aumento della sensibilità agli odori e stimola l’appetito.

Inizialmente si pensava che solo il THC potesse provocare la cosiddetta fame chimica, ma numerosi studi hanno dimostrato che anche il CBD può amplificare il senso di fame, anche se in maniera diversa. L’assunzione di cannabidiolo, infatti, limita il senso di nausea, favorendo l’appetito.

La cannabis light include bassissime percentuali di THC e un alto contenuto di CBD. Per questo motivo il nostro organismo difficilmente percepisce gli effetti del THC, mentre gli effetti del CBD sono molto più intensi. Nonostante ciò, quest’ultimo non sembra sollecitare i recettori CB1 che inducono alla fame chimica.

La marijuana light, quindi, non crea appetito o almeno non direttamente. È risaputo, infatti, che il CBD può aiutare i soggetti affetti da patologie croniche come cancro, sclerosi multipla, ansia e ipertensione. Queste condizioni possono provocare una perdita di appetito, ma il CBD, grazie ai suoi effetti benefici, può aiutare a ridurre i dolori e a stimolare il senso di fame.

Come gestire la fame chimica

Resistere alla fame chimica è possibile; si tratta di una condizione prevalentemente psicologica che richiede soprattutto una buona forza di volontà. Tuttavia esiste qualche accorgimento che può aiutare a gestirla:

  • È indispensabile avere un buon regime alimentare, completo e soddisfacente. Inoltre, è sconsigliato utilizzare cannabis se si è a digiuno;
  • Si consiglia di effettuare attività fisica prima di assumere marijuana, in modo da bruciare in anticipo le calorie in eccesso;
  • Evitare cibi grassi o fritti, ma prediligere snack leggeri e salutari, come frutta e verdura o yogurt;
  • È necessario rimanere ben idratati, bevendo almeno mezzo litro di acqua dopo l’assunzione di cannabis.

L’alternativa migliore è quella di ricorrere al consumo di CBD, che non si lega strettamente all’aumento dell’appetito chimico, ma provoca un completo senso di relax e antistress. Se la fame chimica permane anche dopo aver soddisfatto lo stomaco, è fondamentale cercare di distogliere l’attenzione dal cibo. In questo caso è consigliabile svolgere attività alternative, come ad esempio fare una passeggiata o leggere un libro. Queste attività sono in grado di occupare positivamente la mente, distogliendola dalla voglia di assumere cibi di cui l’organismo oggettivamente non necessita.

Cosa mangiare per placare la fame chimica

Il miglior rimedio per placare il senso eccessivo di appetito è senza dubbio l’autocontrollo. Siamo noi che dobbiamo cercare di non cadere in tentazione e non esagerare col cibo spazzatura. Come? La prima regola è tenere la mente occupata; impegnare la mente su altro ci permetterà di non pensare al cibo. Un secondo aiuto può essere scegliere varietà di cannabis con più CBD e meno THC, in quanto il cannabidiolo non ha gli stessi effetti sull’appetito. Infine, è importante bere molta acqua, anche se non ne sentiamo il bisogno. Questo ci aiuterà a sentirci più pieni e rallenterà il senso di fame.

Il consumo di cibi grassi dopo aver assunto cannabis non è necessariamente dannoso. Essi, infatti, aiutano il nostro organismo ad assimilare meglio il THC. Tuttavia, basta poco per esagerare con questi cibi.

Fame chimica? Sì alla carne

Hai voglia di un hamburger? Sicuramente non sei l’unico! Ti consolerà sapere che l’hamburger è uno dei cibi più gettonati in fame chimica. Tuttavia, acquistarlo in un fast food non è una buona idea. Questi, infatti, offrono carne grassa spesso di scarsa qualità, sommersa da salse, tutt’altro che nutriente.

La carne bovina è la migliore alternativa. Una bistecca succosa o un sano hamburger che puoi preparare a casa in pochi minuti non distruggerà la tua dieta e soprattutto sarà molto più salutare.

Prova con la frutta fresca

Lo sappiamo, la frutta non è uno snack particolarmente amato, soprattutto in fame chimica. Tuttavia, è sicuramente una scelta più salutare. Inoltre, non esiste niente di meglio della frutta per amplificare gli effetti dati dalla cannabis. L’acidità degli agrumi, in particolare, è altamente consigliata, in quanto si è scoperto che i terpeni interagiscono tra di loro migliorando gli effetti. Chi desidera qualcosa di particolarmente dolce, può aggiungere alla frutta fresca una spruzzata di panna montata, del cacao, delle scaglie di cocco o uno strato di burro di arachidi.

Evitate, invece, i succhi di frutta o i frullati, pieni di zuccheri e poco sazianti. La frutta fresca intera riempie decisamente di più e sarà impossibile assumere lo stesso contenuto di zuccheri di un succo. Per i più golosi consigliamo mirtilli, lamponi, fragole e anguria.

Se non ami la frutta fresca, prova con quella secca

La frutta secca è un’ottima alternativa se non ami particolarmente quella fresca. Mandorle, arachidi, noci, pistacchi, noccioline e pinoli offrono tutti un alimento ricco di vitamine, minerali, grassi buoni e antiossidanti. Vi consigliamo di mangiarli crudi e non tostati. La frutta secca è povera di carboidrati e zuccheri e ha proprietà benefiche nei confronti delle malattie cardiache. Anche i semi di cannabis possono essere considerati frutti secchi e sono ideali per condire insalate, pizze e salse.

Potete, inoltre, creare un mix di frutta secca a vostro piacimento e aggiungerci del cioccolato o altri ingredienti dolci. Naturalmente in questo caso bisogna fare attenzione a non esagerare, in quanto potreste assumere un alimento fin troppo energetico.

Tieni in frigo una scorta di verdure

Si, lo sappiamo che la verdura è l’antitesi per eccellenza della fame chimica. Tuttavia, è tra le scelte più salutari in assoluto e non sempre dev’essere per forza disprezzata. Provate a tagliare a strisce la verdura che preferite (carote, cetrioli, finocchi, sedano, ecc.) e vedrete che in poco tempo il vostro corpo si abituerà e si sentirà sazio. Se volete aggiungere più gusto, potete condirle con il cosiddetto pinzimonio, molto semplice da preparare. Basterà mescolare in una tazzina d’olio d’oliva un po’ di aglio tritato, un pizzico di sale, peperoncino, timo e qualsiasi erba di vostro gradimento. Ecco che le verdure avranno tutto un altro sapore, fresco e gustoso!

Yogurt greco: un perfetto alleato contro la fame chimica

Si tratta di un alimento presente in molte diete, in quanto più salutare degli altri yogurt. Contiene, infatti, meno carboidrati e zuccheri, ma più proteine. Lo yogurt greco è ricco di vitamina B12 e ha una grande varietà di microrganismi probiotici molto benefici per il nostro intestino. Una tazza di yogurt greco arricchito da frutta secca, frutta fresca o cereali è perfetto per il vostro spuntino. Può, inoltre, essere usato per preparare snack salati o dolci.

Cioccolato? Sì, ma fondente!

Il cioccolato fondente è uno degli alimenti più psicoattivi e gustosi che una persona possa mangiare ogniqualvolta abbia bisogno di recuperare energie. Il cacao contiene cannabinoidi ed altre sostanze chimiche che aiutano il nostro cervello ad essere più felice e a vivere più a lungo. Unica accortezza: cercate di comprare cioccolato con almeno il 70% di cacao. Ricordatevi, infatti, che a minori percentuali di cacao nel cioccolato corrispondono più ingredienti a base di grassi e zuccheri. Provate a gustarvi un pezzetto di cioccolato extra fondente quando siete assaliti dalla fame chimica e vedrete che sarà difficile tornare a mangiare cioccolato al latte.

In conclusione

Sapere come può presentarsi e conoscere le possibili soluzioni per la fame chimica, vi permetterà di godervi appieno l’esperienza, senza timori. Il desiderio di mangiare può essere piacevole e divertente se siamo capaci di evitare le abbuffate di “cibi spazzatura”. Provate a seguire i nostri suggerimenti e non ve ne pentirete! Ora che sapete come gestire gli attacchi di fame, potete godervi le vostre varietà preferite di cannabis light senza paura.

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FAQ

La sensazione di fame indotta dalla cannabis, comunemente nota come “fame chimica”, di solito si verifica poco dopo aver fumato o assunto cannabis. Tuttavia, il tempo preciso in cui si manifesta può variare da persona a persona e dipende da diversi fattori, inclusi il tipo e la quantità di cannabis consumata, il metabolismo individuale e l’esperienza personale con la sostanza. In genere, la fame chimica può comparire entro 30 minuti – 1 ora dopo l’assunzione di cannabis.

Per evitare la fame chimica dopo aver fumato cannabis, è bene seguire alcuni consigli:

  1. Scegliere ceppi con basso contenuto di THC: optare per varietà di cannabis con un basso contenuto di THC, poiché questo cannabinoidi è noto per indurre maggiormente la fame;
  2. Mangiare prima del consumo: assicurarsi di consumare un pasto nutriente prima di assumere cannabis;
  3. Scegliere snack sani: tenere a portata di mano snack sani come frutta, verdura, noci o yogurt per evitare cibi ad alto contenuto di zucchero e grassi saturi;
  4. Bere acqua: mantenere idratato il corpo bevendo molta acqua, in quanto la sete può essere confusa con la fame;
  5. Moderazione: consumare cannabis con moderazione;
  6. Attività fisica leggera: dopo aver consumato cannabis, impegnarsi in attività fisiche leggere come una passeggiata o lo yoga per distrarsi dalla sensazione di fame.

Secondo gli studi, il CBD può avere diversi effetti benefici per tutto il corpo, inclusi:

  1. Alleviamento del dolore: il CBD è noto per le sue proprietà analgesiche e può aiutare a ridurre il dolore, sia cronico che acuto;
  2. Proprietà anti-infiammatorie: il CBD può contribuire a ridurre l’infiammazione nel corpo, offrendo sollievo da condizioni come l’artrite e l’infiammazione muscolare;
  3. Riduzione dell’ansia e dello stress: molti individui riportano benefici nel ridurre l’ansia e lo stress;
  4. Miglioramento del sonno: il CBD può favorire il sonno, aiutando a ridurre l’insonnia e migliorando la qualità del riposo;
  5. Riduzione dei sintomi di depressione: alcuni studi suggeriscono che il CBD possa avere effetti positivi nel ridurre i sintomi della depressione;
  6. Potenziale per il trattamento delle convulsioni: il CBD è stato approvato per il trattamento di alcune forme di epilessia resistente ai farmaci, poiché può ridurre la frequenza e l’intensità delle crisi convulsive;
  7. Benefici per la salute cardiaca: alcune ricerche suggeriscono che il CBD possa avere effetti benefici sul cuore e sul sistema circolatorio, riducendo la pressione sanguigna e migliorando la circolazione;
  8. Proprietà neuroprotettive: studi preliminari indicano che il CBD potrebbe avere effetti neuroprotettivi, offrendo potenziali benefici nel trattamento di disturbi neurodegenerativi come l’Alzheimer e il Parkinson.

È importante notare che gli effetti del CBD possono variare da persona a persona e dipendono dalla dose, dalla forma di assunzione e da altri fattori individuali. È sempre consigliabile consultare un professionista sanitario prima di iniziare qualsiasi regime di trattamento con CBD.

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