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Referendum cannabis: la Corte lo boccia

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Referendum cannabis: niente da fare, la proposta di legge per depenalizzarne la coltivazione rimane nel cassetto.

Il 15 febbraio 2022 è stata una giornata molto importante per tutto il mercato della cannabis e per tutti gli appassionati. Mercoledì 12 gennaio la Corte costituzionale aveva considerato ammissibili le firme presentate. Il referendum sulla cannabis interveniva sul Testo Unico in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, sia sul piano della rilevanza penale sia su quello delle sanzioni amministrative circa alcune condotte. Tuttavia, la Corte ha bocciato la proposta.

Cosa proponeva il referendum della cannabis

Proponeva, innanzitutto, di depenalizzare la coltivazione e di eliminare il carcere per qualsiasi condotta illecita relativa alla cannabis, con eccezione dell’associazione finalizzata al traffico illecito. Sul piano amministrativo, invece, il quesito proponeva di eliminare la sanzione della sospensione della patente di guida e del certificato di idoneità alla guida di ciclomotori, oggi prevista per tutte le condotte finalizzate all’uso personale di qualsiasi sostanza stupefacente o psicotropa.

Ieri, 16 febbraio, la Corte si è espressa in merito all’ammissibilità dei quesiti richiesti e con grande dispiacere e delusione ha bocciato il referendum.

L’illusione di fare un passo avanti

Si trattava di una questione sociale enorme, che tocca la vita di milioni di consumatori. E’ una questione di legalità, in quanto il mercato illegale cresce senza essere fermato, di tutela della salute dei cittadini e della loro libertà. Questo passo avrebbe potuto portare opportunità di lavoro a migliaia di persone, grazie all’apertura di un mercato legale immenso.

Sono proprio queste evidenze che stanno portando sempre più Stati nel mondo ad andare oltre le politiche proibizioniste. In più di trent’anni non c’è stato modo di riformare la legge italiana sugli stupefacenti. Solo la Corte costituzionale è intervenuta a più riprese dichiarando l’incostituzionalità di alcune sue parti.

Tuttavia la Corte ha rifiutato ancora una volta di cedere la parola ai cittadini, stroncando qualsiasi possibilità di espressione, nonostante l’enorme successo delle firme raccolte per la richiesta del referendum stesso. Sono molti i cittadini delusi, poteva essere un grande passo avanti e invece, ancora una volta, ci dimostriamo un paese con zero possibilità di cambiamento.

Cosa succederà ora?

“Adesso ci prenderemo qualche giorno per capire come rilanciare la battaglia per la cannabis legale e vi facciamo una promessa: noi non ci fermeremo neanche questa volta!”, affermano da Meglio Legale. Siamo certi che la questione non si fermerà qui e noi, come sempre, sosteniamo questa battaglia.

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