fibromialgia e cbd

Fibromialgia e CBD: qual è la correlazione?

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Milioni di persone cercano ogni giorno un rimedio per la fibromialgia. I ricercatori si stanno chiedendo se esiste una correlazione tra fibromialgia e CBD. Gli studi, infatti, suggeriscono che il cannabidiolo possa aiutare ad alleviare il dolore e l’infiammazione, tuttavia le ricerche sono ancora all’inizio. Sembrerebbe, infatti, che proprio l’utilizzo della cannabis legale, quindi CBD e THC, allevierebbe gli stati dolorosi e i sintomi associati alla patologia. Inoltre, secondo le medesime ricerche, promosse dall’AISF (Associazione Italiana Sindrome Fibromialgica), durante tutto il periodo di trattamento non si sarebbero verificati aggravamenti della patologia.

 

Vi ricordiamo che questo articolo ha solo uno scopo informativo e non fornisce consigli terapeutici. I prodotti menzionati non devono essere considerati come sostituti di medicinali.

Per confermare le proprietà del CBD e i suoi utilizzi, sono necessari ulteriori studi scientifici.

Cos’è la fibromialgia?

La parola fibromialgia è composta da tre vocaboli di origine greca e latina: fibra, cioè tessuti fibrosi, myo, che significa muscolo e algos, che indica il dolore. Si tratta, infatti, di una malattia reumatica che colpisce l’apparato muscolo-scheletrico e che provoca dolori cronici in tutto il corpo. È una patologia invalidante, che può compromettere seriamente la qualità della vita e il normale svolgimento delle attività quotidiane della persona che ne è affetta.
In generale, la fibromialgia comporta una sensazione di dolore diffuso, spesso associato alla rigidità muscolare. A ciò si affiancano altri sintomi, quali stanchezza cronica, insonnia, disturbi cognitivi e astenia.
Attualmente non si conoscono le cause della fibromialgia. Dagli studi fin ora condotti, si suppone che si tratti di un insieme di fattori genetici, ambientali, biochimici e psicologici. Talvolta compare a seguito di un trauma o di una condizione di prolungato stress. Un dato certo è la sua comparsa più frequente nelle donne, rispetto agli uomini. Normalmente la fascia a rischio va dai 25 ai 55 anni.

Cos’è Il CBD?

Il CBD è un cannabinoide estratto dalla pianta di cannabis, ma è privo di effetti psicotropi. Grazie agli studi condotti negli ultimi anni, oggi sappiamo che il cannabidiolo ha numerose proprietà: ansiolitiche, analgesiche, antiepilettiche, antiossidanti, antinfiammatorie, neuroprotettrici, antireumatiche, antiemetiche, antipsicotiche, e può favorire il sonno.

Il cannabidiolo è in grado di regolare alcuni processi già presenti nel nostro organismo. Agendo sul sistema immunitario o sui processi infiammatori, il CBD contribuisce al ripristino dell’equilibrio.

CBD e fibromialgia

Il CBD, grazie alla sua azione sul dolore, sta diventando sempre più popolare come trattamento per la fibromialgia.

La ricerca scientifica, inclusa quella condotta dal dottor Ethan Russo, suggerisce che la fibromialgia potrebbe essere legata a una carenza di endocannabinoidi nel corpo umano. Integrare e rafforzare il sistema endocannabinoide attraverso l’uso di fitocannabinoidi come il CBD potrebbe aiutare a ristabilire l’equilibrio.

I benefici del CBD nel trattamento della fibromialgia possono essere attribuiti a tre azioni fondamentali:

 

  1. Il CBD riduce il dolore

    Diversi studi hanno dimostrato che il CBD allevia il dolore cronico, infiammatorio e neuropatico. In un studio sui dolori articolari, è stata evidenziata una correlazione tra il CBD, il Sistema Endocannabinoide e le sue proprietà analgesiche e antidolorifiche.
    Diversi studi scientifici hanno anche esaminato l’efficacia del CBD in condizioni infiammatorie come l’artrosi, suggerendo che l’assunzione di CBD possa proteggere le articolazioni e ridurre l’infiammazione. Inoltre, uno studio pubblicato sullo European Journal of Pain ha dimostrato che l’applicazione cutanea di CBD può ridurre il dolore e l’infiammazione causati dall’artrite.

  2. Il CBD aiuta a trattare l’insonnia

    Grazie alle sue proprietà anti-infiammatorie e anti-ossidanti, il Cannabidiolo è utile nel contrastare l’insonnia. Uno studio del 2017 ha confermato il potenziale terapeutico del CBD sul sonno. Inoltre, una ricerca condotta presso la National Taiwan University di Taipei ha dimostrato che il CBD può influenzare direttamente il ciclo notturno, prevenendo la soppressione del sonno REM in pazienti con disturbo da stress post-traumatico.

  3. Il CBD combatte l’ansia e la depressione

    Numerosi studi scientifici hanno confermato l’efficacia del CBD nel trattamento dei disturbi d’ansia. Questo avviene grazie all’interazione del CBD con i recettori Cb1 e CB2 e con la serotonina, un importante neurotrasmettitore che regola l’umore, il sonno e le emozioni. Uno studio del 2015 ha confermato gli effetti positivi del CBD nel trattare l’ansia.

Effetti collaterali

Normalmente l’uso della cannabis terapeutica come alternativa ai farmaci convenzionali per i pazienti con fibromialgia non comporta effetti collaterali significativi. Tuttavia, è importante notare che possono verificarsi disturbi di lieve entità come emicrania, vertigini, sensazione di nausea, vomito, diarrea e secchezza delle fauci. Questi sintomi sono di breve durata e tendono a risolversi spontaneamente.

Cosa dicono le ricerche su fibromialgia e CBD

Al momento, le ricerche sono ancora limitate, quindi è necessario attendere ulteriori conferme. In passato, gli studi si sono concentrati principalmente sulla cannabis medica anziché sul CBD specificamente.

Le persone che utilizzano la cannabis medica probabilmente assumono una certa quantità di CBD, ma le dosi esatte sono ancora sconosciute. C’è un dibattito su se il CBD sia più efficace quando usato da solo rispetto all’assunzione insieme alla cannabis medica.

Una combinazione di altre sostanze chimiche presenti nella pianta può potenziare gli effetti positivi del CBD e offrire ulteriori benefici. Ad esempio, uno studio del 2006 suggerisce che il CBD funzioni meglio in combinazione con il THC.

Limitazioni per la ricerca

Molti studi sul CBD presentano delle limitazioni, tra cui:

  • un numero molto limitato di partecipanti;
  • risultati contrastanti;
  • mancanza di gruppi di controllo o placebo;
  • mancanza di misure oggettive, basandosi invece su auto-valutazioni;
  • altre sfide che i ricercatori devono affrontare includono la difficoltà nel reperire CBD o cannabis medica di alta qualità (a causa della mancanza di regolamentazione) e il controllo del dosaggio e della potenza dei prodotti CBD.

Il CBD potrebbe aiutare le persone affette da fibromialgia ad alleviare e gestire i loro sintomi. La ricerca è promettente, ma sono necessari ulteriori studi per confermare tali risultati.

 

 

FAQ

Il costo del CBD in farmacia può variare notevolmente a seconda di diversi fattori, tra cui la marca, la concentrazione del prodotto, il tipo di prodotto (ad esempio olio, capsule, creme, etc.), e la regione geografica in cui ci si trova. Inoltre, la presenza o meno di regolamenti specifici sul CBD nella tua area potrebbe influenzare il prezzo.

Tuttavia, il prezzo medio per prodotti a base di CBD può variare da alcuni euro fino a diverse decine di euro, a seconda della qualità e della quantità del CBD contenuto nel prodotto, oltre alla marca e alla formulazione specifica. Ad esempio, un flacone di olio di CBD di buona qualità potrebbe costare tra i 30 e i 100 euro, mentre una confezione di capsule potrebbe variare da 20 a 60 euro.

Si consiglia di consultare diverse farmacie o rivenditori online per confrontare i prezzi e trovare l’opzione più adatta alle tue esigenze. Inoltre, è importante verificare la qualità e la reputazione del prodotto e del produttore prima di effettuare un acquisto.

Il tempo per gli effetti del CBD, come dimostrato dagli studi, varia soprattutto in base al metodo di assunzione:

  1. Sublinguale: effetti entro 15-30 minuti;
  2. Ingestione: da 30 minuti a 2 ore;
  3. Inalazione: entro pochi minuti;
  4. Topico: da 15 minuti a un’ora;
  5. Fattori individuali: gli effetti dipendono anche da altri fattori, come metabolismo, peso, dosaggio e frequenza d’uso.

Gli effetti collaterali più rilevanti del cannabidiolo (CBD), secondo gli studi, includono:

  1. Fatica o sonnolenza: comune, soprattutto a dosi elevate;
  2. Cambiamenti dell’appetito: possibile aumento o diminuzione dell’appetito;
  3. Diarrea: alcuni utenti possono sperimentare disturbi gastrointestinali;
  4. Variazioni di peso: potenziale perdita o aumento di peso;
  5. Irritabilità e cambiamenti d’umore: raro, ma possibile irritabilità o altri cambiamenti d’umore.

E’ importante sottolineare che il CBD è generalmente considerato ben tollerato e molti utenti non sperimentano effetti collaterali significativi.

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