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Bedrocan: la cannabis terapeutica più diffusa

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Ad oggi numerosi studi scientifici hanno ampiamente dimostrato le potenzialità benefiche dei cannabinoidi della cannabis. Anche l’ONU ha riconosciuto il valore terapeutico della marijuana, tanto che in Italia è possibile acquistare diversi farmaci a base di canapa per il trattamento di alcune patologie. Uno dei primi medicinali ottenuti dalla cannabis e commercializzati in Europa è il Bedrocan. Si tratta di una particolare tipologia di cannabis terapeutica, prodotta dall’omonima azienda olandese, con un’elevata percentuale di THC, il cannabinoide psicotropo della marijuana.

Vediamo nello specifico di quale farmaco stiamo parlando, per quali tipologie viene utilizzato e in che modo si può richiedere. Continuate a leggere per saperne di più!

Cos’è il Bedrocan

Il Bedrocan è un tipo di cannabis sativa terapeutica prodotta in Olanda, utilizzata per la preparazione di diversi farmaci. Questa varietà si distingue in particolar modo per il suo alto contenuto di THC. Nel Bedrocan, infatti, il livello di THC è standardizzato al 22%, mentre il CBD è inferiore all’1%.

Secondo l’azienda di produzione, il Bedrocan è il prodotto più utilizzato tra quelli offerti dal Ministero olandese. È stata la prima varietà a essere autorizzata anche dal Ministero della Salute per l’uso medico in Italia. Tuttavia, secondo la normativa vigente, nel nostro paese la cannabis terapeutica può essere utilizzata solo come supporto alle terapie tradizionali e non può essere somministrata come cura principale.

Quando si usa

Come accennato nel paragrafo precedente, il Bedrocan e in generale tutte le varietà di cannabis terapeutica, in Italia non può essere utilizzato come terapia principale nel trattamento di alcune patologie. La sua prescrizione, infatti, viene presa in considerazione in supporto alle terapie tradizionali, quando queste non siano sufficientemente efficaci o provochino effetti collaterali importanti. Il medico può prescrivere il Bedrocan come:

  • Analgesico per patologie che provocano spasticità associata al dolore, come la sclerosi multipla e le lesioni del midollo spinale;
  • Per il trattamento di dolori cronici;
  • Antiemetico (cioè in grado di prevenire) per nausea e vomito causati dalle terapie antitumorali, come radioterapia e chemioterapia;
  • Stimolante dell’appetito per persone affette da cachessia, anoressia o in pazienti oncologici, che hanno una perdita di appetito;
  • Trattamento del glaucoma resistente alle terapie tradizionali;
  • Farmaco in grado di ridurre i movimenti involontari associati alla sindrome di Gilles de la Tourette.

Attualmente sono in corso altre ricerche per studiare altre possibili applicazioni della cannabis terapeutica. Alcuni risultati ottenuti hanno evidenziato riscontri positivi per il trattamento di alcuni tipi di tumori, delle infiammazioni intestinali, dell’Alzheimer e del Parkinson, dell’epilessia e dei dolori legati all’artrite reumatoide.

Chi può prescrivere il Bedrocan?

Il Ministero della salute con DM 23/01/2013, GU n. 33 del 08/02/2013 ha inserito nella Tabella dei Medicinali, sezione B, i medicinali stupefacenti di origine vegetale a base di Cannabis (sostanze e preparazioni vegetali, inclusi estratti e tinture) con entrata in vigore il 23 febbraio 2013.
Tale decreto conferma la possibilità di utilizzare a scopo terapeutico non solo il THC, ma anche i composti vegetali che lo contengono (ossia la cannabis).

Pertanto, qualsiasi medico, di base o specialista, può prescrivere la cannabis terapeutica, senza la necessità di particolari autorizzazioni estere. La ricetta medica non può essere ripetibile, è personale e non cedibile e deve essere rinnovata di volta in volta. Chi prescrive il medicinale deve anche tener conto dell’eventuale presenza delle eventuali interazioni con altri farmaci e delle particolari condizioni del paziente.

Se le cannabis medica, invece, viene prescritta a carico SSN (cosa che varia da Regione a Regione), a seconda della Regione in cui si è residenti, può essere che solo alcuni medici siano possano prescriverla. Tuttavia, se prescritta a pagamento, qualsiasi medico ha l’autorizzazione di rilasciare la ricetta direttamente.

Cannabis terapeutica: come può essere assunta

La cannabis terapeutica può essere assunta sia per via inalatoria sia per via orale, nelle seguenti modalità:

  • capsule orali decarbossilate: si tratta di farmaci già pronti all’uso, con un dosaggio standard scelto dal medico, da ingoiare con un po’ di acqua;
  • olio, tintura o resina: anche in questo caso parliamo di farmaci già pronti all’uso, in quanto già decarbossilati, da assumere in gocce o ml (secondo prescrizione medica);
  • tisana: preparata mediante cartine con cannabis grezza o capsule di cannabis micronizzata, da bere secondo prescrizione medica;
  • cannabis cruda: in questo caso si tratta di ingerire le infiorescenze senza scaldarle o cuocerle in alcun modo. Possono essere sminuzzate o frantumate per facilitarle l’assunzione ed incorporate in un alimento possibilmente grasso (es. yougurt intero, burro, olio);
  • liquidi per vaporizzazione: la via inalatoria prevede l’utilizzo di speciali apparecchi riscaldatori/vaporizzatori  ed una serie di inalazioni ripetute;
  • cioccolatini alla cannabis: sono preparazioni realizzate con cioccolato o cacao, dolcificate con zucchero/fruttosio/stevia/altri dolcificanti che contengono l’esatta quantità in fiore di cannabis decarbossilata. L’elevata quantità di grassi e il sapore gradevole, rendono più facile la somministrazione.

Nel momento in cui si assume il Bedrocan o altre varietà di cannabis terapeutica, è fondamentale seguire tutte le indicazioni fornite dal medico. Questi prodotti vanno, infatti, considerati farmaci a tutti gli effetti, pertanto qualsiasi errore nella quantità assunta potrebbe provocare effetti indesiderati.

Quali sono le differenze di assunzione

La scelta della via di somministrazione influisce notevolmente sulla farmacocinetica e sulla farmacodinamica del farmaco stesso:

  • la via inalatoria comporta un rapido assorbimento dei principi attivi ed una rapida comparsa dell’effetto (circa in 5 minuti). I picchi ematici sono elevati e l’eliminazione rapida;
  • la via orale tramite tisana (decotto), comporta una comparsa degli effetti dopo 30-90 minuti raggiungendo il picco massimo dopo due o tre ore. L’effetto si prolunga per altre 4-6 ore e l’eliminazione è graduale;
  • la via orale tramite olio, comporta una comparsa degli effetti dopo 90-110 minuti raggiungendo il picco massimo dopo due o tre ore. L’effetto si prolunga per altre 6-8 ore e l’eliminazione è graduale.

Si raccomanda di non “fumare” il farmaco, in quanto la combustione provoca una notevole perdita dei principi attivi (fino al 40% del THC) della cannabis.

Bedrocan: effetti collaterali

Normalmente il Bedrocan, così come tutte le altre varietà di cannabis terapeutica, è ben tollerato dal paziente. Tuttavia, in alcuni casi rari possono manifestarsi leggeri effetti collaterali, che solitamente svaniscono nel giro di qualche giorno. Questi effetti possono essere provocati da interazioni con altre sostanze, come ad esempio l’alcol o particolari medicinali.

Gli effetti collaterali più frequenti sono:

  • arrossamento degli occhi;
  • aumento della frequenza cardiaca;
  • senso di euforia;
  • secchezza delle fauci;
  • ipotensione;
  • giramento di testa;
  • riduzione della concentrazione e dell’attenzione.

È necessario sottolineare che il consumo di farmaci a base di cannabis terapeutica dev’essere evitato nel caso in cui il soggetto soffra di determinate patologie, come malattie cardiache, disturbi epatici e psicosi oppure durante la gravidanza e l’allattamento.

Conclusioni

La cannabis è una delle più antiche piante medicinali conosciute dall’uomo. Quasi tutti gli antichi manuali di medicina vegetale, infatti, la descrivono sotto forma di tintura o di tè. Dopo moltissimi anni in cui la marijuana è stata messa al rogo, oggi l’uso medicinale è diventato un’industria mondiale e si sta evolvendo rapidamente in molti paesi.

Il Bedrocan è sicuramente la varietà di riferimento della cannabis terapeutica in Italia. Si è dimostrato una cura ottimale per il trattamento dei sintomi di molte patologie. Inoltre, rimane la varietà che garantisce una maggiore continuità terapeutica nel nostro Paese, in quanto non subisce particolari difficoltà di distribuzione.

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