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effetto entourage

Effetto entourage dei cannabinoidi

“Il tutto è più della somma delle sue parti“. Pensiamo sia stato Aristotele ad aver pronunciato queste parole iconiche. Una cosa è certa, non aveva certo in mente la cannabis quando ha pronunciato questa frase! L’effetto entourage è un concetto che sta guadagnando sempre più attenzione nel campo della medicina e della farmacologia legata alla cannabis. La cannabis è composta da centinaia di componenti chimici, tra cui cannabinoidi (come THC, CBD, CBG, CBN, CBDA, ECC), terpeni e flavonoidi, che interagiscono sinergicamente per produrre una gamma di effetti che non si manifesterebbero se i singoli componenti fossero utilizzati separatamente. Questo articolo esplorerà il concetto di effetto entourage, il suo meccanismo biologico, le implicazioni terapeutiche e le controversie scientifiche che lo circondano.

Definizione dell’effetto entourage

L’effetto entourage è stato teorizzato per la prima volta negli anni ’90 dai ricercatori israeliani Shimon Ben-Shabat e Raphael Mechoulam, che proposero che i cannabinoidi della pianta di cannabis potessero avere effetti più ampi e potenti quando consumati insieme agli altri componenti biochimici della pianta, rispetto all’assunzione isolata di ciascun composto. Questo fenomeno è stato chiamato “entourage” per indicare come il gruppo di composti chimici lavori insieme per potenziare gli effetti di ciascuno, in un modo che può essere paragonato a un ensemble musicale in cui ogni elemento contribuisce all’armonia complessiva.

Componenti coinvolti

La pianta di cannabis contiene oltre un centinaio di cannabinoidi diversi, ma i più noti e studiati sono il tetraidrocannabinolo (THC) e il cannabidiolo (CBD). Oltre a questi, la pianta contiene anche una varietà di altri composti chimici, tra cui:

  • Terpeni: questi composti sono responsabili degli aromi e dei sapori della cannabis, e includono sostanze come il mircene, il limonene e il linalolo. I terpeni non solo influenzano l’odore e il gusto, ma hanno anche effetti terapeutici propri, come proprietà antinfiammatorie, ansiolitiche e antidepressive.
  • Flavonoidi: questi composti sono presenti in molti vegetali e contribuiscono al colore delle piante. Nella cannabis, i flavonoidi come la cannaflavina A sono stati studiati per le loro proprietà antinfiammatorie e analgesiche.

L’interazione tra questi composti può modificare o amplificare gli effetti dei singoli cannabinoidi, influenzando l’efficacia del trattamento e la reazione dell’utente.

CBD, THC e altri cannabinoidi

Immaginate che la Cannabis Sativa L. sia un’orchestra, ogni suo composto è un musicista. I due più famosi sono innegabilmente il THC e il CBD. Consumato da solo, il THC provoca euforia, ma anche, a volte, ansia e paranoia. Al contrario, il CBD non ha alcun effetto psicoattivo. Se consumato insieme, il CBD allevia gli effetti indesiderati del THC, come l’ansia. Sempre all’ombra dei loro due fratelli maggiori, anche il CBG e il CBN sono cannabinoidi. E se la ricerca che li riguarda è ancora agli inizi, i primi risultati sono estremamente promettenti. Il CBG, che non fa sballare, si dice abbia effetti calmanti e antidolorifici. Come il CBD, si dice che allevi l’ansia a volte causata dal THC. Altrettanto discreto, anche il CBN segna dei punti. La sua concentrazione aumenta con l’ossidazione del THC, quando la pianta è esposta al sole. Gli intenditori apprezzano il suo alto potenziale rilassante.

I cannabinoidi e i terpeni

Nella cannabis, ci sono molti altri “musicisti”: tra questi, infatti, troviamo anche i terpeni. Sono quelli che danno alla cannabis il suo profumo. Si ritiene che questi terpeni possano influenzare il CBD, il THC ed altri cannabinoidi. Poiché ogni varietà di cannabis ha un diverso rapporto tra terpeni e cannabinoidi, anche gli effetti sul corpo variano. La pianta di Cannabis Sativa L. è composta da più di 500 sostanze diverse, aminoacidi, proteine, flavonoidi responsabili del colore della pianta…, che agiscono l’una sull’altra, modificando gli effetti reciproci. L’effetto entourage è questo.

Proprietà terapeutiche

Nel 1969, il chimico israeliano Raphael Mechoulam riuscì a isolare uno dei cannabinoidi della cannabis, il Tetraidrocannabinolo (THC). Da allora, i ricercatori hanno ripetutamente studiato gli effetti della molecola sul corpo. L’effetto entourage non ha avuto lo stesso interesse. Nessuno studio clinico ha, fino ad oggi, convalidato questa ipotesi. Solo il ricercatore americano Ethan Russo ha fatto uscire questo argomento dall’oscurità, studiando le interazioni tra cannabinoidi e terpeni, nel 2011. Questo relativo anonimato dovrebbe presto essere eliminato. Il ricercatore Ryan Gregory Vandrey, tra gli altri, sta attualmente conducendo uno studio sull’effetto entourage. Per uscire finalmente dalla confusione. Egli darà estratti di THC a 20 volontari. Poi rifarà l’esperimento combinando il THC con il limonene, una molecola della famiglia dei terpeni. Allo stesso tempo, sempre più persone sono convinte che il potere terapeutico della cannabis sta nell’interazione tra i suoi diversi componenti.

Meccanismo biologico

L’effetto entourage è mediato principalmente dall’interazione tra i diversi componenti chimici e i recettori del sistema endocannabinoide nel corpo umano, che includono principalmente i recettori CB1 e CB2. Questi recettori sono coinvolti in una varietà di processi fisiologici, tra cui il dolore, l’umore, l’appetito e la memoria.

  • Interazione tra terpeni e cannabinoidi: i terpeni possono modificare la permeabilità della membrana cellulare, facilitando o inibendo l’ingresso dei cannabinoidi nelle cellule. Inoltre, possono influenzare i recettori e gli enzimi coinvolti nel metabolismo dei cannabinoidi, modificando la durata e l’intensità degli effetti.
  • Sinergia dei composti: studi suggeriscono che la combinazione di THC e CBD può ridurre gli effetti psicoattivi del THC mentre ne potenzia gli effetti analgesici e antinfiammatori. Similmente, i terpeni possono aumentare l’assorbimento di cannabinoidi come il CBD, potenziandone gli effetti terapeutici.

Implicazioni terapeutiche

L’effetto entourage dei cannabinoidi offre una serie di potenziali benefici terapeutici che potrebbero migliorare il trattamento di diverse condizioni mediche:

  1. Gestione del dolore: la sinergia tra THC, CBD e terpeni può migliorare significativamente la gestione del dolore, specialmente in condizioni di dolore cronico e neuropatico, riducendo la necessità di farmaci convenzionali che possono avere effetti collaterali severi;
  2. Disturbi neurologici: alcuni studi suggeriscono che l’effetto entourage può essere particolarmente utile nel trattamento di disturbi neurologici come la sclerosi multipla e l’epilessia, dove la combinazione di cannabinoidi e terpeni potrebbe aiutare a ridurre spasmi muscolari, convulsioni e dolore;
  3. Ansia e depressione: l’interazione tra CBD, THC e specifici terpeni può avere un impatto positivo sulla riduzione dell’ansia e sulla promozione di effetti antidepressivi senza gli effetti collaterali associati ai farmaci tradizionali;
  4. Antinfiammatorio e immunomodulazione: la combinazione di cannabinoidi e terpeni può esercitare effetti antinfiammatori più potenti, utili in trattamenti di condizioni infiammatorie croniche come l’artrite e il morbo di Crohn.

Ricerca scientifica e studi

Sebbene l’interesse verso l’effetto entourage sia in crescita, la ricerca è ancora a uno stadio relativamente precoce, e i risultati sono spesso misti o limitati a studi preclinici e piccole prove cliniche:

  • Studi preclinici: gli studi su modelli animali hanno mostrato risultati promettenti riguardo la capacità dei composti della cannabis di lavorare insieme per migliorare gli effetti terapeutici e ridurre gli effetti collaterali;
  • Ricerche cliniche: le prove cliniche sull’uomo sono meno diffuse e spesso inconcludenti a causa della variazione nelle preparazioni studiate e nelle metodologie di ricerca. Tuttavia, alcuni studi hanno documentato miglioramenti significativi nei sintomi dei pazienti, supportando l’ipotesi dell’effetto entourage;
  • Limitazioni e sfide: le principali sfide includono la standardizzazione delle preparazioni di cannabis, le restrizioni legali sulla ricerca e la necessità di studi a lungo termine per comprendere appieno l’efficacia e la sicurezza.

In conclusione

L’effetto entourage rappresenta uno dei concetti più affascinanti e promettenti nella ricerca sui cannabinoidi. Il potenziamento degli effetti terapeutici complessivi della pianta, offre un ampio spettro di benefici per la salute che non sarebbero possibili con i singoli composti isolati. Mentre la scienza continua ad esplorare e confermare l’ampiezza e la profondità di questo effetto, vi aspettiamo nel nostro Cannabis shop, con le migliori genetiche di erba light, tanti altri prodotti di qualità come l’olio CBD e offerte settimanali imperdibili!

Domande frequenti sull’effetto entourage

Cos’è l’effetto entourage dei cannabinoidi?

L’effetto entourage dei cannabinoidi si riferisce alla teoria secondo cui tutti i componenti presenti nella marijuana legale (cannabinoidi, terpeni, flavonoidi, ecc.) lavorano in sinergia per produrre effetti terapeutici superiori rispetto a quelli che ciascun componente potrebbe produrre da solo. Questo concetto suggerisce che l’intero spettro dei composti chimici della pianta di cannabis contribuisce a un’efficacia maggiore quando vengono consumati insieme.

Quali sono i principali cannabinoidi coinvolti nell’effetto entourage?

I principali cannabinoidi coinvolti includono il tetraidrocannabinolo (THC) e il cannabidiolo (CBD), ma anche altri cannabinoidi minori come il cannabinolo (CBN), il cannabigerolo (CBG) e l’acido cannabidiolico (CBDA) sono considerati importanti per l’effetto entourage.

C’è evidenza scientifica che supporta l’effetto entourage?

La ricerca scientifica sull’effetto entourage è ancora agli inizi, e mentre ci sono studi che supportano l’idea di una sinergia tra i componenti della cannabis, è necessario condurre ulteriori ricerche per comprendere appieno come e perché questi effetti si verificano.