canapa sativa

Canapa sativa: storia, usi e coltivazione

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Storia antica della Canapa Sativa

La Canapa Sativa L., conosciuta anche come cannabis sativa, appartiene alla famiglia delle Cannabaceae ed è una delle coltivazioni più antiche, risalente all’era neolitica. Inizialmente onnipresente in vari ambiti, dalla produzione industriale a quella terapeutica, la canapa subì una forte censura negli anni ’30, soprattutto a causa dell’ascesa dei materiali plastici e della carta derivante dal legno. Questa censura fu aggravata dall’associazione della canapa con il termine “marijuana“, di origine messicana, che portò al suo proibizionismo.

In questo articolo, esploreremo le radici storiche di questa pianta millenaria, i suoi molteplici usi, la sua coltivazione in Italia e le attuali normative che la regolamentano.

Origini storiche della Canapa Sativa

Le prime tracce storiche della canapa sativa si trovano nell’antica Cina, menzionata nel “Xia Xiao Zheng”, uno dei primi trattati di agricoltura. I reperti archeologici confermano il suo ruolo cruciale nell’agricoltura cinese antica. Inizialmente coltivata per i suoi nutrienti semi, la canapa si rivelò utile anche per la produzione di fibre per carta, corde, e vestiti. Si stima che le prime corde e carta di canapa siano apparse attorno al 2800 a.C., con la sua coltivazione che risale a circa l’8000 a.C.

Origini e usi antichi della Canapa Sativa

Le prime tracce di coltivazione di cannabis sativa si ritrovano nelle comunità agricole lungo i fiumi Wei e Giallo in Cina orientale. I cinesi chiamavano la canapa “ma” (麻), un termine che potrebbe indicare “pianta di due sessi”, data la natura sia maschile che femminile delle piante di cannabis.

Nei testi di medicina, la canapa era nota come “da ma” (大麻), interpretato come “grande canapa”. Secondo le tradizioni, l’imperatore Shennong, pioniere della medicina naturale, introdusse l’uso delle erbe medicinali, inclusa la cannabis, documentato nel suo lavoro “Shennong Bencaojing”. Questo testo influenzò la creazione del “Pen Ts’ao”, la farmacopea più antica del mondo, che raccomandava l’uso della cannabis per vari disturbi, come reumatismi e malaria.

La Canapa Sativa in India

Circa nel 2000 a.C., la canapa sativa fu introdotta in India dalla Cina. Qui assunse un ruolo cruciale nella religione, essendo descritta come una delle cinque piante essenziali nell'”Atharva Veda”. Secondo la dott.sa Uma Dhanabalan di Harvard, i testi antichi affermavano che la cannabis migliorasse la memoria e combattesse la lebbra.

Considerata il cibo preferito della divinità indù Shiva, la cannabis ha un posto di rilievo nella cultura religiosa indiana, con derivati come il bhang (bevanda di latte e cannabis), charas (hashish dalle infiorescenze), e ganja (cime di cannabis).

Anche in ambito medico, la cannabis è stata ampiamente utilizzata in India. Il “Sushruta Samhita”, un antico testo medico, menziona il bhanga come trattamento per catarro, diarrea e infiammazioni. Altri testi indiani evidenziano l’uso della cannabis come antidolorifico e afrodisiaco.

La tecnica indiana di macerazione delle piante di canapa in acqua per separare le fibre è ancora utilizzata in alcune parti del mondo.

Diffusione globale della Cannabis Sativa

Dal 800 al 200 a.C., il commercio di prodotti derivati dalla canapa si estese in tutta l’Asia, arrivando poi in Nord Africa e nel Mediterraneo orientale. Verso il 200 a.C., la canapa raggiunse la Grecia e l’Impero Romano, e per il 500 d.C., si diffuse in tutta Europa e Asia, trovando impiego nella produzione di corde, tessuti e medicinali.

Canapa Sativa fino al 19° secolo

La canapa giocò un ruolo cruciale nelle esplorazioni e scoperte globali, utilizzata per realizzare corde, vele e navi che facilitarono la navigazione verso le Americhe, l’Australia e oltre. Fu anche fondamentale nella costruzione degli antichi imperi.

Nel 1553, il re Enrico VIII d’Inghilterra impose ai coltivatori la produzione di canapa, con multe per chi non si adeguava. Dal 1616, la canapa veniva coltivata a Jamestown, il primo insediamento inglese in America, usata per lampade, abbigliamento e corde navali. Nel 1619, l’assemblea della Virginia obbligò la coltivazione di canapa, considerata la prima legge sulla cannabis nel Nuovo Mondo.

Nel 17°, 18° e 19° secolo, la canapa mantenne un ruolo significativo negli USA, con le prime bandiere statunitensi (Old Glories) fatte di tessuto di canapa, e documenti scritti su carta di canapa. Intorno al 1850, negli USA c’erano circa 8.400 piantagioni di canapa. Anche paesi europei come Francia, Spagna e Svizzera iniziarono la coltivazione di canapa, principalmente per fini industriali e medicinali.

Canapa Sativa nel XX e XXI secolo

Il XX secolo ha portato un drastico cambiamento per la canapa, con molti paesi che hanno iniziato a restringere e vietare il suo utilizzo. La guerra globale alla droga ha comportato un declino nelle industrie della canapa in numerosi paesi. L’ultimo raccolto di canapa negli USA si è verificato nel 1957 nel Wisconsin.

Dopo la restrizione americana, molti altri paesi hanno seguito l’esempio. Il Regno Unito ha proibito la canapa dal 1928 al 1993, la Germania dal 1982 al 1996. Tuttavia, alcuni paesi, tra cui Svizzera, Romania e Francia, sono riusciti a mantenere attive le loro industrie della canapa.

Rinascita della Canapa

Nel corso degli anni recenti, la canapa sativa è tornata sotto i riflettori grazie agli studi scientifici e alla loro divulgazione. Il CBD, in particolare, sta guidando la rinascita della canapa, con previsioni che vedono l’industria del CBD raggiungere un valore di 16 miliardi di dollari negli USA entro il 2025.

Nel 2018, la riforma agricola degli Stati Uniti ha escluso la canapa dall’elenco federale delle droghe, aprendo la strada a un risveglio dell’industria della canapa incentrato sul CBD.

Usi versatili della Canapa Sativa

Utilizzo ricreativo e religioso

Storicamente, la canapa sativa era coltivata in Asia Minore principalmente per la fibra, ma trovava impiego anche in festività e cerimonie religiose per i suoi effetti psicoattivi. Il più antico manufatto in canapa risale a 9.000 anni fa, scoperto a Çatalhöyük in Turchia.

In Italia, la canapa ha avuto un ruolo significativo. Le vele della Amerigo Vespucci, per esempio, erano realizzate con canapa italiana, in particolare della varietà Carmagnola, ancora coltivata oggi. Anche l’estratto di canapa indiana e i sigaretti di canapa indiana per curare l’asma erano prodotti comuni nelle farmacie italiane alla fine del XIX secolo.

Utilizzo terapeutico della Canapa Sativa

La canapa sativa è nota per le sue molteplici proprietà terapeutiche, grazie alla presenza di oltre 400 componenti tra cui terpeni, flavonoidi, e cannabinoidi. Nel 1964, il dottor Raphael Mechoulam isolò il THC, evidenziando le sue proprietà terapeutiche oltre agli effetti psicoattivi. Recentemente, l’attenzione si è concentrata sul CBD, noto per le sue proprietà analgesiche, antipsicotiche e antispastiche.

In Italia, i farmaci a base di cannabis sono legali dal 2007, con variazioni nella disponibilità a seconda delle regioni. Le modalità di assunzione della cannabis terapeutica includono decotti, estratti, sigarette e vaporizzatori. Tuttavia, la prescrizione medica rimane un ostacolo significativo per molti pazienti.

Uso edilizio della Canapa Sativa

La canapa sativa trova applicazione anche nel settore dell’edilizia. Il materiale realizzato combinando canapulo, acqua e calce offre un’alternativa sostenibile per la costruzione, con proprietà di isolamento termico e acustico, resistenza al fuoco e assorbimento di CO2. Inoltre, la sua capacità di gestire l’umidità interna garantisce durabilità e comfort, con un impatto ambientale ridotto grazie alla sua biodegradabilità.

Uso tessile della Canapa Sativa

La fibra di canapa sativa è usata per creare diversi articoli come vestiario, arredamenti interni, corde e tappeti. Nonostante la ridotta coltivazione abbia rallentato lo sviluppo industriale della lavorazione, la canapa offre vantaggi significativi rispetto ad altri materiali. Per esempio, a differenza del cotone, che richiede un elevato uso di pesticidi, la canapa è un’opzione ecologica che richiede pochi trattamenti fitosanitari. Oltre a essere un tessuto durevole e resistente, la fibra di canapa ha proprietà antibatteriche, antifungine, e regola l’umidità e la temperatura corporea, fornendo protezione dai raggi ultravioletti.

Uso della Canapa per la produzione di carta

La canapa è stata utilizzata per la produzione di carta fin dall’antichità. Oggi, sebbene solo una piccola percentuale della carta mondiale sia prodotta da fibre annuali come la canapa, ci sono importanti benefici nell’utilizzo di questa pianta per la fabbricazione di carta. La canapa è ricca di cellulosa e povera di lignina, rendendo il processo di produzione meno dannoso per l’ambiente rispetto alla lavorazione della cellulosa derivante dal legno. La carta di canapa è più ecologica, in quanto evita la distruzione delle foreste principali, utilizzate per produrre carta dal legno. Un’opportunità mancata fu nel 2002, quando si decise di non utilizzare la canapa per produrre le banconote in euro, privilegiando invece la cellulosa di cotone americana.

Uso alimentare della Canapa Sativa

I semi e l’olio di canapa sono integrabili in diverse preparazioni come yogurt, zuppe e insalate. Inoltre, i semi si possono utilizzare per fare il latte di canapa. La farina di canapa, invece, si utilizza per dolci e pane. Questi prodotti apportano molti benefici per la salute, tra cui:

  • Alto contenuto di proteine, vitamine, in particolare la E, e minerali come ferro e magnesio.
  • Contribuiscono a mantenere livelli equilibrati di colesterolo.
  • L’olio di canapa ha proprietà antinfiammatorie utili in caso di problemi cutanei.
  • Contengono un rapporto ideale 3:1 di Omega 6 e Omega 3, essenziale per la salute cardiovascolare.
  • Possono prevenire malattie coronariche e cancro.
  • Utili nel trattamento di malattie croniche degenerative come Alzheimer.
  • Migliorano il metabolismo basale e rafforzano il sistema immunitario.

Uso cosmetico della Canapa Sativa

L’olio di canapa sativa trova applicazione anche nel settore cosmetico, ideale per prodotti come bagnoschiuma e creme anti-età. Grazie ai suoi acidi grassi Omega3 e Omega6, possiede proprietà elasticizzanti e nutrienti. Inoltre, è indicato nella prevenzione di malattie della pelle e nell’assorbimento dei raggi UVA. L’olio di canapa è anche un ottimo emolliente per la pelle, assorbendosi rapidamente senza lasciare tracce di unto.

Uso della Canapa Sativa per la plastica

La canapa sativa permette di produrre bio-plastica ecologica e sostenibile. Questo materiale trova impiego nell’industria automobilistica per realizzare veicoli più leggeri e di alta qualità. Il settore degli imballaggi è altrettanto interessato a questa innovativa soluzione. La Cina è leader nella produzione di bio-plastica di canapa, con un’ampia gamma di prodotti di uso quotidiano e per la stampa 3D. L’adozione di questa bio-plastica è cruciale per affrontare l’attuale crisi ambientale legata all’inquinamento da plastica negli oceani.

Uso carburante della Canapa Sativa

La canapa sativa come bio-carburante rappresenta una alternativa sostenibile ai carburanti fossili. Un esempio storico è l'”Hemp Body Car” di Henry Ford, un veicolo costruito in bio-plastica di canapa e alimentato con etanolo derivato dalla stessa pianta. La canapa fornisce bio-diesel, ottenuto dall’olio dei suoi semi, e etanolo tramite la fermentazione dello stelo. Il bio-diesel di canapa è particolarmente efficace, prolungando la durata dei motori diesel e migliorandone le prestazioni. L’adozione di bio-carburanti a base di canapa aiuterebbe a ridurre l’impatto ambientale dei combustibili fossili.

Legislazione italiana sulla coltivazione di Canapa Sativa

La legge 242/2016 ha aperto la strada alla coltivazione legale di canapa in Italia, definendo criteri precisi. La circolare del Ministero delle Politiche Agricole del 2018 specifica che:

  • La coltivazione è consentita solo per la cannabis sativa;
  • È necessaria una autorizzazione per la coltivazione di varietà con THC oltre lo 0,2% e il livello di THC deve rimanere inferiore allo 0,6%;
  • La canapa deve essere coltivata da semi certificati e la riproduzione agamica non è permessa.

Coltivazione di Canapa Sativa nelle diverse regioni climatiche italiane

La coltivazione di canapa in Italia può variare notevolmente a seconda delle regioni climatiche, di cui ce ne sono sei principali:

  1. Regione alpina: climi montani, ideale con serra riscaldata;
  2. Regione subalpina e Pianura Padana: inverni freddi, estati calde, alta umidità;
  3. Liguria e Toscana: inverni miti, estati calde, clima equilibrato nella parte occidentale;
  4. Regione dell’Adriatico settentrionale: clima temperato, variazioni di venti e umidità;
  5. Regione appenninica: inverni freddi e umidi, estati soleggiate;
  6. Regione mediterranea e isole: inverni miti, lunghe estati calde, attenzione alla siccità nel Sud.

Conclusione

La canapa sativa ha una storia millenaria, avendo attraversato epoche e culture diverse. Oggi, in Italia, grazie alla legge 242/2016, esistono opportunità significative per la sua coltivazione. Scopri di più sulle varietà di canapa disponibili su https://www.cbdtherapydelivery.it/categoria-prodotto/canapa-light/.

 

 

FAQ

Studi clinici hanno confermato le proprietà benefiche della Canapa Sativa, in particolare per quanto riguarda:

  1. Nutrizione: i semi sono ricchi di proteine, acidi grassi omega-3 e omega-6, vitamine e minerali;
  2. Salute della pelle: l’olio di canapa, ricco di acidi grassi e proprietà anti-infiammatorie, beneficia la pelle;
  3. Salute cardiovascolare: gli acidi grassi aiutano a ridurre il colesterolo e migliorare la salute del cuore;
  4. Proprietà anti-infiammatorie: utile per condizioni infiammatorie, come l’artrite;
  5. Sostenibilità ambientale: coltura ecologica che migliora la qualità del suolo, usata in prodotti eco-compatibili;
  6. Salute mentale: contiene CBD, che può aiutare a ridurre l’ansia e migliorare il sonno;
  7. Digestione: i semi sono una buona fonte di fibre;
  8. Applicazioni industriali: è usata per creare prodotti come tessuti, carta, bioplastiche e biocarburanti.

Gli effetti collaterali di maggior rilievo del cannabidiolo (CBD), secondo studi scientifici, includono:

  1. Fatica o sonnolenza: comune, soprattutto a dosi elevate;
  2. Cambiamenti dell’appetito: possibile aumento o diminuzione dell’appetito;
  3. Diarrea: alcuni utenti possono sperimentare disturbi gastrointestinali;
  4. Variazioni di peso: potenziale perdita o aumento di peso;
  5. Irritabilità e cambiamenti d’umore: raro, ma possibile irritabilità o altri cambiamenti d’umore.

Quando scegli l’erba CBD migliore per te, considera i seguenti aspetti:

  1. Concentrazione di CBD: cerca varietà con un alto contenuto di CBD;
  2. Basso THC: preferisci varietà a basso contenuto di THC per evitare effetti psicoattivi;
  3. Terpeni e altri cannabinoidi: valuta la presenza di altri composti che influenzano effetti e sapori;
  4. Metodi di coltivazione: scegli erba coltivata biologicamente o in modo sostenibile;
  5. Test di terze parti: assicurati che sia stato testato per purezza e potenza;
  6. Recensioni e reputazione: ricerca le opinioni dei consumatori e la reputazione del produttore;
  7. Legalità: verifica la legalità dei prodotti CBD nella tua zona;
  8. Effetti desiderati: scegli in base agli effetti che desideri ottenere.

Gli studi hanno evidenziato come il tempo per gli effetti del CBD varia in base al metodo di assunzione:

  1. Sublinguale: effetti entro 15-30 minuti;
  2. Ingestione: da 30 minuti a 2 ore;
  3. Inalazione: quasi immediato, entro pochi minuti;
  4. Topico: da 15 minuti a un’ora;
  5. Fattori individuali: dipende da metabolismo, peso, dosaggio e frequenza d’uso.
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